Low Power Dispositive
Comunicare gratis con gli LPD
di Andrea Amoroso
Esistono alcune condizioni in cui l'uso del Gsm puÒ risultare costoso o poco
pratico. Si pensi al caso in cui dobbiamo tenerci in costante comunicazione con
l'interlocutore a breve distanza, come nel corso di una gita in montagna o in
particolari luoghi di lavoro, come i cantieri edili. In tutti questi casi,
esiste oggi una valida, e soprattutto economica, alternativa: i
ricetrasmettitori LPD.
Quando un cellulare viene utilizzato per telefonate a breve raggio, si
affrontano costi sproporzionati rispetto alla distanza coperta. Esiste però una
valida alternativa, per ora poco conosciuta, che consente di comunicare senza
alcun costo di traffico entro distanze che vanno da poche centinaia di metri ad
un massimo di qualche chilometro. Inoltre una recente legge esonera gli
utilizzatori di questi particolari ricetrasmettitori radio da qualsiasi onere o
pratica burocratica (canoni, licenze, denunce ecc.): basta acquistare gli
apparecchi e usarli. Stiamo parlando dei ricetrasmettitori LPD, che grazie ai
prezzi contenuti, facilità d'uso e flessibilità d'impiego costituiscono
un'eccellente opportunità di vendita per rivenditori e distributori, nonché
un'ottima soluzione multiuso per applicazioni private e professionali.
QUANDO IL CELLULARE NON CONVIENE
Il telefono cellulare ha ormai una diffusione capillare. Il prezzo di acquisto, la concorrenza dei gestori e le innumerevoli funzioni lo hanno reso uno strumento di comunicazione quasi indispensabile sia per il tempo libero che per le attività lavorative. Tuttavia i costi di traffico che si affrontano quando si comunica nel raggio fino a circa due chilometri possono diventare eccessivi. Supponiamo, ad esempio, che due famiglie decidano di recarsi assieme in vacanza con i propri veicoli e debbano mantenere il contatto fra una macchina e l'altra della "carovana". Per questo dovranno per forza eseguire molte telefonate lungo il viaggio, magari solo per chiedere alla controparte brevi (ma costanti) informazioni sul percorso o per concordare le varie soste per il rifornimento del carburante. Tutto questo, anche con le agevolazioni tariffarie di oggi, risulta dispendioso se proporzionato alla minima distanza coperta, soprattutto se nel proprio piano tariffario si paga lo scatto alla risposta e i due cellulari in gioco utilizzano le reti di due gestori differenti. Sul lavoro si può fare un esempio analogo: gli operai di un cantiere devono tenersi in contatto costante con l'addetto alla movimentazione di una gru per comunicargli come muoverla, per questo ognuno di loro dovrà ogni volta effettuare una telefonata solo per dire "spostati più a destra" e ricevere il relativo "Ok". Inoltre, a meno che chi ha effettuato la chiamata non abbia altre informazioni da comunicare, sarà costretto a concludere la conversazione per evitare costi insostenibili, in quanto, come è noto, il traffico viene tariffato a tempo. Ci sono poi altri aspetti che in tali condizioni giocano a svantaggio del cellulare: nell'ultimo caso, gli operai non coinvolti nella conversazione possono ignorare le informazioni dette dal loro collega al gruista, mentre per ragioni di sicurezza sarebbe più opportuno che ne venissero immediatamente a conoscenza. Analogamente, se nell'esempio dei "vacanzieri" la carovana fosse composta da più di due veicoli, sarebbe necessario che tutti gli equipaggi fossero informati contemporaneamente. Sarebbe improponibile risolvere il problema effettuando una telefonata a tutte le persone del gruppo, perché si affronterebbero costi ancor maggiori ed inutili perdite di tempo. Infine, non dimentichiamo che può capitare che in aree ad alta densità di traffico cellulare (luoghi di villeggiatura, fiere ecc.) tutti i canali delle celle locali possono essere temporaneamente occupati e questo è inaccettabile in certe situazioni, soprattutto in quelle professionali o quando si praticano sport estremi: la comunicazione deve arrivare immediatamente. Le problematiche che abbiamo citato si applicano in moltissime situazioni quotidiane: gli esempi più lampanti per il tempo libero sono l'escursionismo, lo sport, il camping, la nautica, le comunicazioni fra veicoli, i campi giochi e molto altro. Analogamente, nell'uso professionale, possiamo citare le comunicazioni fra il personale che opera all'interno di aree come magazzini, negozi, discoteche, hotel, teatri, fiere, cantieri, stabilimenti balneari ecc. Infine citiamo alcune attività professionali che implicano la mobilità ed il continuo contatto a breve/media distanza: geometri, ascensoristi, antennisti, artigiani ecc.
L'ALTERNATIVA: IL RICETRASMETTITORE PORTATILE
La soluzione ideale per le esigenze sopra citate, ma anche per molte altre che vedremo più avanti, è indubbiamente l'utilizzo di due o più ricetrasmettitori da palmo, cioè quelli che vengono chiamati genericamente "walkie-talkie". In questo modo, una volta acquistati gli apparecchi, si eliminano i costi inerenti il traffico radio svolto, in quanto comunicando direttamente fra due o più apparecchi si è svincolati da qualsiasi infrastruttura di rete (ripetitori radio ecc.) tariffata a tempo. Inoltre, quando una radio sta trasmettendo, la comunicazione viene ascoltata simultaneamente da tutti gli utenti in ascolto, ottenendo così una comunicazione circolare. Finora, l'utilizzo dei ricetrasmettitori si è diffuso pochissimo per diversi fattori: il primo è senza dubbio l'aspetto burocratico. Quest'ultimo può infatti coinvolgere, a seconda del tipo di apparecchio, la denuncia di possesso e/o il pagamento di un canone annuale per l'ottenimento della relativa autorizzazione (che fra l'altro non sempre viene rilasciata in tempi sufficientemente brevi). Tutto questo, soprattutto per un utilizzo saltuario (es. vacanze, sport o trasferte casuali di lavoro), viene difficilmente accettato dai potenziali acquirenti. Precisiamo che essere in regola è estremamente importante, perché fare uso di ricetrasmittenti senza la necessaria denuncia/autorizzazione comporta sanzioni molto severe. Ci sono poi alcuni ostacoli tecnici: fino a poco fa l'unica scelta per il privato era costituita dai ricetrasmettitori CB (cioè operanti sulla banda dei 27 MHz) che sono piuttosto ingombranti, soprattutto nell'antenna. Quest'ultima, dovendo funzionare su una frequenza bassa, deve essere molto lunga per consentire una buona resa: in teoria quasi 2,75 metri! Con alcuni artifizi tecnici è possibile accorciarla, tuttavia la sua efficienza decresce drasticamente ed i segnali vengono attenuati a tal punto che la distanza coperta può ridursi a pochissime centinaia di metri nelle migliori condizioni. Tutto questo anche con la massima potenza di trasmissione concessa dalle normative (5W), che essendo elevata riduce fra l'altro l'autonomia dell'apparecchio fino a costringere l'utente a caricare/sostituire le batterie più volte al giorno. Non a caso i CB vengono utilizzati prevalentemente da stazioni mobili (es. camionisti) o fisse (radiodilettanti CB) che non hanno problemi ad utilizzare antenne lunghe e prelevare l'alimentazione dalla batteria del veicolo o dalla rete elettrica tramite un alimentatore. Le imprese dispongono di alcune alternative che però non sono adatte alle esigenze sopra citate: i ricetrasmettitori a 43MHz presentano problematiche di poco inferiori a quelle dei CB, mentre i ricetrasmettitori civili PMR risolvono quelle tecniche, ma sono peggiori sotto l'aspetto burocratico. Infatti questi ultimi operano su frequenze sufficientemente alte (bande VHF 150-174 MHz e UHF 430-470MHz) da consentire l'uso di antenne compatte, ma i costi intrinseci degli apparecchi, i canoni onerosi ai quali sono sottoposti, i tempi lunghi per l'assegnazione delle frequenze/autorizzazioni (fra l'altro solo entro una determinata località geografica) e la necessità di programmazione/assistenza specializzata, li rende inadatti alla diffusione di massa, soprattutto nell'ambito privato. Per questo sono ormai ristretti solo ai servizi di pubblica utilità (ambulanze, ferrovie, vigili, enti statali ecc.) o aziende di certe dimensioni (posta via moto, guardie giurate, trasportatori, taxi ecc.).
LA SOLUZIONE SEMPLICE ED ECONOMICA: LPD
Il mercato offre la risposta ideale alle esigenze sinora citate: i ricetrasmettitori LPD. Con questa sigla, che significa Low Power Device, si intende una categoria di apparecchi portatili compatti, efficienti, economici e soprattutto facili da utilizzare sotto tutti i punti di vista: basta acquistarli e si è subito pronti all'uso in molti paesi dell'Europa senza dover pagare alcun canone, effettuare denunce o richiedere autorizzazioni. Infatti, dal 1 gennaio 2002, una legge (della quale parleremo più avanti) che recepisce le raccomandazioni europee CEPT, ne permette il libero utilizzo da parte di chiunque. I ricetrasmettitori LPD sono del tutto privi dei problemi tecnici dei CB: le dimensioni sono quelle di un telefono cellulare ed anche l'antenna è lunga pochi centimetri. Essa consente comunque una resa ottimale, perché la banda utilizzata è la UHF da 433,075 a 434,775 MHz e la qualità audio è chiara come quella dei telefonini Etacs, grazie all'impiego della modulazione di frequenza con canalizzazione a 25 KHz. Inoltre, per i normali impieghi, l'utilizzo di un LPD è addirittura più semplice di un qualsiasi walkie talkie: basta accenderlo ed accertarsi di essere sintonizzati sullo stesso canale del corrispondente (o dei corrispondenti), quindi premere il pulsante di trasmissione (chiamato PTT) e parlare. Contemporaneamente, tutti i corrispondenti che si trovano entro il raggio d'azione, riceveranno chiaramente il messaggio senza i disturbi atmosferici e le scariche tipiche/evanescenze delle frequenze HF (cioè da 3 a 30 MHz). Quando la stazione trasmittente ha finito di parlare, dovrà solo rilasciare il PTT per ritornare all'ascolto, perché come tutti i ricetrasmettitori non è possibile parlare e ricevere simultaneamente come al telefono (full duplex). Ribadiamo che per ricevere i messaggi non si deve fare nulla: quando si è in ricezione (PTT non premuto) ed in attesa di messaggi, l'LPD rimane in ascolto in totale silenzio, cioè senza emettere alcun fastidioso fruscio di fondo. A questo provvede un apposito circuito, detto squelch, che in assenza di segnali ricevuti inibisce l'audio di ricezione, ma che si disinserisce immediatamente da solo non appena viene ricevuta una comunicazione, facendo sentire la voce dell'interlocutore. Inoltre l'ascolto delle comunicazioni viene emesso dall'altoparlante con un volume sufficientemente elevato affinché in condizioni normali l'utilizzatore non debba tenere per forza l'apparecchio vicino o, peggio, incollato all'orecchio. Semplicissimo. L'unica operazione che può capitare di effettuare saltuariamente è la stessa dei telefonini, cioè la regolazione del volume audio.
CARATTERISTICHE DEGLI LPD
I modelli più economici dispongono di poche funzioni e di un numero ridotto di canali radio (frequenze) o addirittura di uno solo di essi, mentre quelli più evoluti sono dotati di un display LCD (che, analogamente ad un cellulare, indica i parametri operativi, l'intensità del segnale ricevuto ecc), di molte possibilità operative e di tutti i 69 canali previsti nella banda LPD. Disporre di un numero maggiore di canali diventa utile quando si opera in aree ad alta densità di traffico radio (es. fiere), in questo modo ci si potrà spostare su una frequenza non occupata. C'è da dire, tuttavia, che al momento i canali LPD sono poco utilizzati, in quanto questi ricetrasmettitori non sono ancora diventati un mezzo di comunicazione di massa. Inoltre, la portata di un LPD varia a seconda dell'ambiente di utilizzo, dell'ubicazione degli apparecchi e del tipo/quantità di ostacoli da superare: in città si possono raggiungere i 500 metri, mentre in aree aperte e con poco inquinamento elettromagnetico (es. mare e aperta campagna) non è raro superare i 2-3 Km. Per questo, se i gruppi di utilizzatori sono separati da distanze maggiori, non avverranno interferenze fra di loro e potranno utilizzare localmente la stessa frequenza, analogamente a quello che si fa con i canali della telefonia cellulare. Se comunque si ricevessero dei segnali interferenti deboli o medi, ma comunque meno forti di quelli del corrispondente, è possibile evitare di sentirli anche in attesa di chiamate agendo sulla regolazione manuale dello squelch. Alcuni apparecchi dispongono infatti di quest'ultima possibilità, mentre altri sono dotati della regolazione automatica, che ha invece il pregio di ridurre il numero dei comandi semplificando l'uso del ricetrasmettitore. Il rimedio più efficace in questi casi è comunque adottare il CTCSS o DCS. Entrambi consentono di escludere dalla ricezione tutte le comunicazioni prive di un determinato "codice" concordato con gli altri membri del gruppo. In questo modo sarà possibile condividere la stessa frequenza fra più gruppi di utilizzatori anche se sono entro la stessa portata radio. Per maggiori dettagli vi rimandiamo al box "I codici CTCSS e DCS". Infine, alcuni apparecchi sono dotati di antenna basculante, che consente di ridurre l'ingombro dell'apparecchio quando non lo si usa e riporlo, per esempio, nel taschino o nello zaino. La potenza di trasmissione degli LPD è, per normativa, di appena 10 millesimi di Watt, pertanto è talmente contenuta che l'autonomia delle batterie (in formato stilo AA, ministilo AAA o sigillate in un unico pacchetto) è ottima e paragonabile a quella di un moderno cordless Dect. Se l'apparecchio fa uso di elementi AA o AAA, questi possono essere di tipo alcalino "usa e getta" o, per abbattere i costi di esercizio, ricaricabili al Ni-Cd o Ni-MH. Su alcuni modelli, batterie ricaricabili e caricabatterie vengono già forniti in dotazione. Se comunque si desidera usare un apparecchio come "Centralino di comunicazione" per chiamare gli altri apparecchi portatili dislocati nell'area di copertura, si dovrà disporre di un'autonomia elevata. Per questo scopo ci si può orientare all'acquisto di un ricetrasmettitore LPD da base che può essere collocato agevolmente su una scrivania, preleva l'alimentazione dalla rete elettrica e dispone di molte facilitazioni di chiamata per gli altri utenti portatili. Gli aspetti relativi alla pericolosità per l'utilizzatore (SAR ecc.) sono trascurabili, perché addirittura più bassi di quelli di un cordless: sembra ovvio dirlo, ma l'apparecchio trasmette solo quando l'operatore preme il PTT.
FUNZIONI E FLESSIBILITÀ
Il bello degli LPD è che possono essere utilizzati non solo nelle semplici comunicazioni audio fra due o più utenti, ma anche per un'enorme gamma di applicazioni che consente di sostituire altri apparecchi. Ad esempio, se l'apparecchio dispone della funzione VOX, si ottiene l'equivalente del vivavoce della telefonia cellulare. Il VOX, oltre che ad evitare impedimenti nelle attività che coinvolgono l'uso continuo delle mani, può sostituire egregiamente i classici baby sitter elettronici: basta possedere due apparecchi dotati della funzione Baby Monitor (o Baby Sitter) e collocarne uno in prossimità del neonato da sorvegliare. Ad ogni vagito, l'apparecchio si porterà in trasmissione chiamando la controparte con uno speciale tono e predisponendosi temporaneamente su una speciale modalità di monitoraggio ambientale. Inoltre, ci sono alcune funzioni (disponibili o meno in base al costo dell'apparecchio) che rendono ancor più semplice effettuare le tradizionali operazioni dei walkie-talkie. Per esempio non è più necessario dire "passo" al termine di ogni trasmissione. A questo provvede il "Roger beep", che trasmette un tono/cicalino audio ogni volta che si rilascia il tasto di trasmissione. Analogamente è possibile emettere diversi toni/melodie audio da usarsi come chiamata personale (CALL) per attirare l'attenzione del corrispondente. Sono persino previste delle opzioni che si rivelano molto utili se si deve consegnare un LPD ad un utente poco esperto, un disabile o un minore: ad esempio il blocco dei comandi (evita accidentali spostamenti di canale o variazioni delle impostazioni), il timer di trasmissione (evita che il canale venga occupato per troppo tempo) e lo spegnimento automatico dopo un certo tempo di inattività (APO). Da non sottovalutare anche il rilevamento della portata radio (chiamato in diversi modi) che, parimenti a quello che fanno molti cordless con le basi, avvisa l'utilizzatore quando il corrispondente si è allontanato troppo uscendo dalla portata radio. Non sono state dimenticate anche le funzioni per gli utenti esperti, fra le quali citiamo la "Scansione dei canali", cioè la ricerca automatica dei segnali che seleziona in sequenza i canali radio e si arresta automaticamente alla prima emissione che incontra dando la scelta di rispondere o di cercarne altre. Il Dual Watch consente invece di monitorare frequentemente un altro canale oltre a quello sintonizzato, mentre le memorie dei canali servono a richiamare rapidamente le frequenze che si usano più di sovente in abbinamento al codice CTCSS/DCS associato ad esse. C'è persino un apparecchio (del tipo PMR 446 di cui parleremo più avanti) dotato di GPS integrato. Questi sono solo alcuni esempi, inoltre ciò che rende ancor più flessibili gli LPD è l'enorme gamma di accessori disponibili che consentono di adattare gli apparati agli impieghi più disparati: motociclismo, volo con ultraleggeri, equitazione, sci, ma anche servizi d'ordine, antennisti, manutentori, impianti di lavorazione e molto altro. Un'altra opportunità: il PMR 446 Esiste un'altra tipologia di ricetrasmettitori, già ben consolidata da tempo in tutti i paesi europei (compresi Turchia e Svizzera), che dovrebbe essere recepita anche in Italia, seppur con tre anni di ritardo, più o meno quando leggerete questo articolo: il PMR446. Sono apparecchi del tutto simili agli LPD, ma operanti sulla banda dei 446MHz. I canali disponibili sono solo otto e spaziati a 12,5 KHz (quindi con modulazione di frequenza a deviazione più bassa rispetto gli LPD), ma la potenza notevolmente superiore (500 mW) ha fatto sì che all'estero la vendita degli LPD subisse una flessione a vantaggio dei PMR 446. Questo rende i PMR 446 molto appetibili, soprattutto per applicazioni prevalentemente professionali. Il loro uso all'estero (fatta eccezione per la Norvegia e l'Italia) non solo è libero, ma addirittura obbligatorio per certe attività lavorative. Nel momento di andare in stampa il Ministero delle Comunicazioni ha appena rilasciato il nuovo piano delle frequenze che contempla anche il PMR 446. Ci si aspetta pertanto che a breve venga rilasciato anche il relativo Decreto sui contributi che definirà il canone di utilizzo di questi apparecchi e che, da voci di corridoio, sarà un modestissimo forfait di 15 Euro per un numero illimitato di apparecchi. In ogni caso, entro luglio del 2003, entrerà in vigore il nuovo pacchetto direttive UE che definisce la totale liberalizzazione del settore TLC ad uso privato e l'Italia sarà comunque obbligata ad adottarlo. Una precisazione tecnica: disporre di una potenza 50 volte superiore non aumenta proporzionalmente la copertura radio, che diventa solo leggermente più estesa, tuttavia consente una migliore qualità della comunicazione quando la controparte si trova ai margini della copertura stessa. Cosa accadrà quando l'uso dei PMR 446 diverrà legale? Difficile dirlo, ma è probabile che il contributo richiesto dal Ministero diventerà in qualche modo la discriminante di base: l'utente professionale si orienterà sul PMR 446 ed il privato sull'LPD per diversi motivi. Ad esempio, questi ultimi, oltre che ad essere a costo d'esercizio zero, godono di una resa audio più "hi-fi" (la banda occupata è meno stretta). C'è poi da dire che quasi tutti gli LPD sono costituiti da un hardware simile ai PMR 446 e pertanto la loro potenza può essere portata a 500 mW (per uso extra-europeo), anche se ciò ne invalida automaticamente l'uso in Europa.
IL MERCATO ED I PRINCIPALI OPERATORI
Il resto dell'Europa e del mondo è molto più avanti di noi. Gli LPD hanno da tempo un'eccellente diffusione con una flessione causata unicamente dall'introduzione dei PMR 446. Infatti, la potenza superiore di questi ultimi (ed il rispetto di quella LPD), ha fatto sì che anche parte dell'utenza privata si orientasse su di essi. All'estero si riscontra una maggiore familiarità rispetto al "mondo radio" anche a livello familiare e ricreativo. La stampa in genere, non solo quella di settore, dedica articoli e test sugli LPD e PMR 446 esattamente come avviene per i telefoni cellulari e per altri prodotti di consumo. In Germania ed in altri Paesi, gli LPD ed i PMR 446 sono disponibili persino presso la grande distribuzione organizzata. Malgrado la lentezza con cui si muove il nostro apparato burocratico, riteniamo che le possibilità di diffusione degli LPD e del PMR 446 anche in Italia siano enormi. I prezzi sono già molto abbordabili: una coppia di LPD economici costa a listino circa 130 Euro e gli apparecchi più sofisticati ed accessoriati sono venduti singolarmente a non oltre 300 Euro. Inoltre, almeno per ora, i margini per il rivenditore sono molto più appetitosi di quelli dei cellulari (ormai compressi a lumicino) ed il supporto tecnico da fornire all'utente è più modesto. Insomma: un ritorno degli investimenti potenzialmente ottimo per il rivenditore. Rimane solo un problema: gli sforzi fatti finora per far conoscere alla massa gli LPD si sono rivelati insufficienti. Questi ultimi vengono prevalentemente venduti dai rivenditori specializzati di apparecchiature ricetrasmittenti che, uniti ad altri canali, da nostre stime approssimative riescono a raggiungere a fatica le 90.000 unità/anno. Pochissimo, se si pensa che si tratta di un prodotto complementare ai telefoni cellulari. Eppure potrebbe essere messo benissimo in mostra a fianco di questi ultimi o addirittura esposto nelle grandi superfici. Ciò che conta è diffondere il messaggio principale: conversazioni a costo di traffico zero e libero utilizzo. In Italia, i principali importatori/distributori di apparecchiature LPD sono: Intek (www.intek-com.it), Cte International (www.cte.it), Kenwood (www.kenwood.it), Marcucci (www.marcucci.it) e Cobra (www.cobra.it). Quasi tutti sono pronti a distribuire a tempo debito anche il PMR 446, mercato nel quale entreranno in lizza anche Motorola (www.motorola.com) e Simoco Italia (www.simocoitalia.it).
Gli LPD sono di libero uso da tempo in molti paesi europei: attualmente Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Turchia e Regno Unito (in alcuni di essi con restrizioni su alcuni canali). Tuttavia, nella nostra realtà, è stato introdotto in origine un canone annuo e l'obbligo di effettuare una denuncia di possesso, il che ha frenato drasticamente la diffusione degli apparecchi. Fortunatamente, dal 1° Gennaio 2002, tutti gli apparati LPD sembrano essere diventati di libero utilizzo secondo il DPR 447 del 5 Ottobre 2001, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 282/L della Gazzetta Ufficiale n.300 del 28 Dicembre 2001. Tale libero utilizzo esenterebbe gli utenti sia dal pagamento della prevista tassa, sia dal presentare la denuncia di inizio attività. Purtroppo gli operatori del settore lamentano alcune ambiguità su alcuni punti della legge citata, che in effetti ha creato interpretazioni contrastanti da parte degli organi competenti regionali, alcuni dei quali ritengono che il "libero uso" sia relativo al solo utilizzo in fondi privati, al pari di servizi come radio LAN ecc. Infatti, in alcune parti della nostra penisola (per fortuna sembrano essere poche) si continua a chiedere il versamento di un canone e c'è chi pretende addirittura la denuncia alla questura e la relativa marca da bollo. Non essendo degli esperti legali ci asteniamo da commentare quanto sopra, tuttavia è opinione comune che l'intento del legislatore sia stato quello di recepire le normative e le raccomandazioni CEPT del resto dell'Europa, diversamente il servizio sarebbe a pagamento solo in Italia. In ogni caso, dopo questi contrattempi iniziali, sembra che la situazione si stia normalizzando grazie a successivi chiarimenti scritti da parte degli organi competenti. Ne pubblichiamo uno del Ministero delle Comunicazioni che ci sembra tagliare la testa al toro (l'apparecchio citato è ovviamente un LPD). Abbiamo inoltre saputo che il DPR 447 verrà probabilmente riaggiornato "ab imis fundamentis" entro i prossimi 12 mesi, cioè prima del 25 luglio 2003, quando entrerà in vigore il nuovo pacchetto direttive UE che definisce la totale liberalizzazione del settore TLC ad uso privato. Cosa accade oggi nello sfortunato caso in cui l'utilizzatore si vedesse sequestrare le sue radio? A che cosa va incontro dal punto di vista pratico? Da quello che risulta ai distributori, vista la situazione e dopo gli accertamenti del caso, le radio vengono restituite senza problemi. Non risulta invece alcun grattacapo per i rivenditori.
CONCLUSIONE
Le potenzialità di mercato dei ricetrasmettitori LPD e dei PMR 446 possono rappresentare ben più che una semplice boccata d'ossigeno per i rivenditori TLC e per la grande distribuzione. Gli ostacoli burocratici sembrano ormai risolti quasi del tutto in vista della imminente adozione delle normative UE. I prezzi contenuti, l'uso libero a costo d'esercizio zero, la semplicità operativa e l'enorme quantità di applicazioni possono far gola ad una buona parte degli utenti consumer e professionali. E' probabile che i primi rivenditori che effettueranno investimenti in questa direzione (fra l'altro ben poco impegnativi) con il giusto livello di comunicazione verranno ripagati con margini e volumi di vendita superiori alle aspettative.