LE ACQUE MINERALI
(in fondo alla pagina c'e' la tabella comparativa delle varie acque)
L'acqua è coinvolta in tutte le reazioni che avvengono nel corpo umano. Svolge l'importantissima funzione di trasporto delle molecole (sia dei nutrienti che delle tossine da espellere), fondamentali per la vita delle cellule. Per questa azione sono particolarmente indicate le ACQUE leggere. Secondo alcuni studiosi le ACQUE con pochi sali disciolti si sono dimostrate ricche di metalli allo stato colloidale. In tale condizione i minerali presenti esercitano un'intensa azione catalitica di stimolo a livello cellulare. E' accertato che la presenza di metalli allo stato colloidale è inversamente proporzionale alla minore concentrazione di sali nell'acqua (Residuo Fisso). Pertanto la diuresi interstiziale e l'attività di potenziamento della diuresi renale sono favorite da acque povere di sali.
Come "leggere" l'acqua
minerale
Le acque minerali sono commercializzate in contenitori che riportano etichette con numerose informazioni. Per la lettura di un'etichetta, occorre ricordare che la composizione di un'acqua minerale è definita da 48 parametri che costituiscono un insieme di sostanze che vengono sottoposte ad analisi per verificarne la qualità. La tipologia di questi parametri è definita dal Decreto n. 542/92 (modificato con il recente Decreto 31 maggio 2001), che stabilisce la ricerca e la determinazione sia dei componenti principali delle acque, sia dei possibili contaminanti.
Residuo fisso
I componenti principali (talvolta chiamati macrocostituenti o sali
disciolti) delle acque minerali sono: sodio, potassio, calcio, magnesio,
cloruri, solfati e bicarbonati. Talvolta anche i nitrati fanno parte dei
componenti principali ma la loro presenza a certi livelli di
concentrazione non costituisce un buon segno.
Le acque minerali si differenziano fra loro per il diverso contenuto di
queste sostanze: avremo acque con contenuto di sali elevato, medio e
basso. E' il residuo fisso il parametro che esprime il quantitativo dei
sali disciolti in un'acqua (mineralizzazione). Sulle etichette è sempre
riportato il Residuo fisso a 180 °C: questo valore corrisponde alla
parte solida che rimane, dopo aver evaporato alla temperatura di 180 °C,
un litro di acqua. Nelle acque minerali il residuo fisso costituisce un
parametro di notevole importanza perché permette di classificare le
acque minerali e di scegliere le acque in base alle varie esigenze. La
classificazione prevista dal Decreto Lgs. 105/92 è la seguente:
minimamente mineralizzata: fino a 50 mg/L
oligominerale o leggermente mineralizzata: da 50 a 500 mg/L
ricca di sali minerali: oltre 1500 mg/L
Non esiste una dizione per l'intervallo 500 - 1500 mg/L: nello spazio
lasciato da questa che sembra una dimenticanza si potrebbe introdurre la
definizione "mediamente mineralizzata".
Conducibilità elettrica
I sali disciolti nell'acqua consentono il passaggio della corrente
elettrica perché sono in forma ionica, cioè dotati di una o più cariche
elettriche: nell'acqua avremo ioni sodio, ioni potassio, ioni solfato e
altri. Poiché si riscontra un aumento della conducibilità elettrica in
modo proporzionale alla quantità delle sostanze disciolte, questo è un
parametro utile per ottenere una misura, seppur approssimata, del
contenuto di sali disciolti in un'acqua minerale. L'acqua molto "pura"
(distillata, deionizzata, ecc.) presenta una conducibilità elettrica
molto bassa (circa 1 microsiemens per cm - µS/cm). La conducibilità
dipende dalla temperatura e quindi occorre riportare i valori misurati a
quelli teorici che si avrebbero ad una temperatura di riferimento di 25
°C (oppure di 18 °C o 20 °C). La misura della conducibilità elettrica
costituisce un metodo indiretto, seppur approssimato, per ricavare il
residuo fisso di un'acqua. La maggior parte delle acque minerali
commercializzate presenta conducibilità elettrica compresa fra 100 e 700
µS/cm.
pH
Il pH è un modo per misurare quanto un'acqua è acida (caratteristiche
dell'aceto e del limone) o basica (caratteristiche della soda); ad
esempio l'aceto ha pH (circa) 4, il limone 3, mentre una soluzione di
bicarbonato di sodio (circa) 9. Il pH dell'acqua distillata e priva di
anidride carbonica disciolta è 7,00 a 25 °C. Questo valore di pH
definisce la condizione di neutralità; pH inferiori a 7 indicano
condizioni di acidità, superiori di basicità. Il pH delle acque minerali
naturali è generalmente compreso tra 6,5 e 8,0 ma in certe acque termali
si registrano anche valori inferiori a 5 per caratteristiche legate alla
geologia del territorio; queste acque sono usate a scopo curativo e non
sono di interesse per un comune impiego come acque da tavola.
Durezza
La durezza è connessa al contenuto di calcio e magnesio ed è espressa in
gradi francesi: 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di carbonato di
calcio. Il termine "durezza" è stato usato in passato per quantificare
la capacità di un'acqua a causare la precipitazione di composti
insolubili di calcio e magnesio dai corrispondenti saponi alcalini usati
come detergenti. In origine il concetto di durezza esprimeva quindi la
maggiore o minore capacità di un'acqua nel produrre schiuma quando
veniva addizionata di una certa quantità di sapone: la presenza di
calcio e magnesio ne riduce infatti la formazione e quindi limita il
"potere lavante" dell'acqua. Per questa ragione nelle macchine per
lavaggio vengono impiegati sistemi di "addolcimento" per portare l'acqua
a valori di durezza non superiori a 5-10 °F. Vi sono diverse scale di
classificazione della durezza delle acque che quasi mai sono in accordo;
fra queste si può riportare la seguente:
leggere o dolci: durezza inferiore a 15 °F;
mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30 °F;
dure: durezza superiore a 30 °F.
Si tenga presente che non esiste un valore limite per la durezza né per
le acque minerali, né le acque potabili, ma un intervallo consigliato
per queste ultime compreso fra 15 e 50 °F a dimostrazione che tutte le
persone sane e di qualunque età possono bere acque con tali valori di
durezza. Una durezza media o elevata potrà determinare variazione nel
gusto dell'acqua, ma non problemi sanitari.
Sodio
E' un elemento molto diffuso sulla crosta terrestre ed è uno dei
costituenti base di molti tipi di rocce. E' sempre presente nelle acque
minerali principalmente a causa dell'elevata solubilità. Nelle acque il
sodio deriva dalla lisciviazione dei depositi superficiali e sotterranei
di sali, dalla alterazione dei minerali silicei, dalle intrusioni di
acqua marina negli acquiferi di acqua dolce; apporti, infine, molto
contenuti, ma comunque evidenti in alcune acque, sono dovuti alla
pioggia che contiene, in certe aree, aerosol marino.
Il sodio è un elemento molto importante nel metabolismo umano (il
fabbisogno giornaliero è circa 4 grammi). Se le acque con contenuto
elevato di questo elemento non sono consigliate alle persone affette da
malattie cardiovascolari, non c'è comunque motivo di pubblicizzare in
modo eccessivo quelle acque a basso contenuto di sodio, come se questo
fosse il componente delle acque più a rischio per l'organismo umano. Si
tenga infine presente la necessità di reintegrare questo elemento
nell'organismo, specialmente durante il periodo estivo quando la
sudorazione è abbondante.
Potassio
Il potassio proviene per lo più dai principali silicati costituenti le
rocce magmatiche o argillose. Le quantità che normalmente si riscontrano
nelle acque minerali di media mineralizzazione sono basse, spesso
intorno a 1 mg/L. Poiché è un elemento indispensabile per l'organismo
umano e spesso in bassa quantità nella maggior parte delle acque
(minerali e potabili), non è stato definito un limite per l'assunzione
di questo elemento dalle acque.
Cloruri
I cloruri sono presenti in tutte le acque fluviali, lacustri e
sotterranee grazie alla mobilità e solubilità di questo ione. In acque
sotterranee, generalmente, si possono riscontrare concentrazioni da
pochi mg/L fino a 1000 mg/L; quantità più elevate sono presenti nelle
acque che vengono in contatto con rocce evaporitiche (salgemma). Non
esiste un valore limite per le acque minerali, comunque valori superiori
a 200 mg/L determinano il sapore salato dell'acqua. Le acque ricche in
ioni cloruro facilitano la secrezione gastrica.
Calcio
Il calcio è un elemento molto abbondante ed è presente in molti minerali
costituenti la crosta terrestre. Quantità elevate di calcio nelle acque
indicano generalmente la provenienza da rocce come calcari (carbonato di
calcio) e dolomie (carbonato doppio di calcio e magnesio). Nelle acque
minerali i valori di calcio che più frequentemente si riscontrano sono
compresi fra 50 e 150 mg/L. Quando il tenore di calcio è superiore a 150
mg/L l'acqua può essere definita "calcica". Il calcio è un elemento
necessario per la formazione dei denti e del tessuto osseo; le acque
calciche sono consigliate sia durante la gravidanza, sia in età avanzata
per combattere l'osteoporosi. Anche nel caso di malattie cardiovascolari
non ci sono controindicazioni all'impiego di acque contenenti calcio.
Magnesio
Anche il magnesio è un elemento diffuso in molti minerali della
litosfera. Concentrazioni elevate si riscontrano nelle acque che hanno
un lungo tempo di residenza in acquiferi costituiti da sabbie e ghiaie
contenenti dolomia o da ofioliti (rocce vulcaniche formatesi in ambiente
marino). In questi casi si raggiungono valori fino a 100 mg/L. Quando il
tenore di magnesio supera il valore di 50 mg/L l'acqua si definisce
"magnesiaca". Non vi sono controindicazioni all'impiego di acqua con
magnesio in quantità ragionevolmente più elevata, anche se quantità
molto alte possono determinare proprietà purgative. L'organismo umano
necessita di almeno 500 mg di magnesio al giorno. Acque magnesiache
trovano impiego nella prevenzione dell'arteriosclerosi perché
determinano una sensibile dilatazione delle arterie.
Solfati
I solfati sono presenti in tutte le acque fluviali, lacustri e
sotterranee; in certe acque sotterranee si possono riscontrare
concentrazioni da pochi mg/L fino 1500 mg/L e oltre; quantità più
elevate si osservano nelle acque che vengono a contatto con sedimenti
evaporitici a gesso. In Toscana, dove è presente una notevole
variabilità geologica, si verificano frequenti situazioni che
determinano la circolazione di acque con solfati, spesso in
concentrazione elevata e superiori a quel valore di 200 mg/L che
definisce le acque minerali "solfate". Quando i solfati sono associati
al magnesio e sono in quantità piuttosto elevate, le acque possono
manifestare proprietà purgative. Recenti studi negli USA indicano che
queste caratteristiche si manifestano con concentrazioni di solfati
maggiori di 1000 mg/L, valori quasi mai raggiungibili nella maggior
parte delle acque minerali del nostro Paese.
Bicarbonato
Il bicarbonato (chiamato anche idrogenocarbonato) proviene per lo più
dalla dissoluzione di rocce calcaree e dolomitiche, ma anche da rocce
silicatiche, per azione dell'acqua piovana di infiltrazione, spesso
ricca di anidride carbonica. Quando il tenore del bicarbonato è
superiore a 600 mg/L sull'etichetta può essere riportata la seguente
indicazione "Contenente bicarbonato". Le acque contenenti bicarbonato,
bevute durante i pasti stimolano la secrezione gastrica facilitando la
digestione.
Fluoruri
Il fluoro è un elemento indispensabile per l'organismo umano in quanto è
un costituente dei denti e delle ossa; tuttavia quantità elevate di
fluoruri introdotte con le acque e gli alimenti possono indurre
formazione di chiazze scure nella dentatura e alterazione del processo
di calcificazione delle ossa (fluorosi). Mentre per le acque di
acquedotto esiste un valore limite (1,5 mg/L), al momento questo non è
previsto per le acque minerali. Le acque minerali con contenuto di
fluoro superiore ad 1 mg/L possono riportare la seguente indicazione "fluorata"
o "contenente fuoro".
Nitrati
I nitrati sono presenti in tutte le acque per fenomeni naturali (in
questo caso gli apporti sono sempre molto modesti), ma soprattutto per
conseguenza di attività umane. Composti azotati, successivamente
trasformati in nitrati, si formano nell'atmosfera per azione delle
scariche elettriche. Con la pioggia penetrano nel suolo e raggiungono le
acque sotterranee. Altri fenomeni naturali (nitrificazione delle
sostanze vegetali) concorrono alla produzione di nitrati. Quantità
elevate di nitrati nelle acque sono imputabili all'azione dei
fertilizzanti azotati: dopo lo spargimento sul terreno essi vengono
dilavati dalle piogge e trasferiti nelle acque superficiali o infiltrati
in quelle sotterranee. Nelle acque minerali, per i nitrati sono previsti
due differenti limiti: 45 mg/L nelle ordinarie acque minerali e 10 mg/L
in quelle destinate all'infanzia.
Elementi in traccia
Talvolta sulle etichette compare la scritta Elementi in traccia seguita
da una serie di elementi mancanti del valore relativo alla loro quantità
per litro. Informazioni riportate in questo modo aggiungono ben poco
alla conoscenza della composizione dell'acqua, in quanto a livello di
bassissime quantità, nell'acqua si può trovare la quasi totalità degli
elementi costituenti la crosta terrestre.
Per elementi in traccia si intendono sia gli elementi presenti in minime
quantità come litio, bario, stronzio (sempre presenti nelle acque
naturali), ma anche i metalli pesanti come piombo, cadmio, nichel,
mercurio ed altri. Fra gli elementi in traccia vi sono sia quelli
essenziali all'organismo umano (ad esempio, come componenti di enzimi),
sia quelli tossici: pertanto è di interesse la loro determinazione
analitica.
Si ricorda che alcuni elementi (rame, selenio, cromo, ecc.) sono
essenziali quando sono assunti in bassi quantitativi nell'organismo
umano, ma diventano tossici quando sono introdotti in quantità elevate
in quanto la dose efficace a livello fisiologico è, per alcuni di
questi, molto vicina alla dose tossica; inoltre, altri elementi (piombo,
mercurio e altri) non sembrano avere alcuna funzione biologica.
Metalli e altri elementi di natura non metallica, sia essenziali che
tossici, sono inseriti nell'elenco riportato nell'articolo 6 del Decreto
542/92 e classificati come sostanze contaminanti o indesiderabili; essi,
generalmente, sono presenti nelle acque minerali in quantità molto
basse, certamente inferiori ai rispettivi valori limite riportati nel
citato articolo, altrimenti l'acqua minerale non potrebbe essere messa
in commercio. Una loro eventuale indicazione su un'etichetta
accompagnata dai rispettivi valori della concentrazione, potrebbe essere
di interesse per capire quanto tali quantità sono al di sotto dei valori
limite, mentre la serie di elementi in traccia non accompagnata dai
rispettivi quantitativi, riportata su alcune etichette, è da ritenersi
del tutto inutile.
QUALITA' DELLE ACQUE VALUTATA ATTRAVERSO STUDI DI BIODINAMICA.
L'esponente più rappresentativo di questa tendenza è l'idrologo
francese Louis Claude Vincent, la cui notorietà è particolarmente
radicata nell'Europa del Nord. L'analisi idrologica di Vincent afferma
che una buona ACQUA potabile e/o minerale deve avere i seguenti
requisiti:
1) UNA RESISTENZA ELETTRICA MAGGIORE DI 6000 OHM PER CENTIMETRO.
2) UNA TENSIONE ELETTRICA COMPRESA TRA I 25 E I 28 MILLIVOLT.
Questi dati non sono di facile determinazione, lo evidenzia il fatto che
sull'etichetta dell'acqua minerale solo in pochi casi compare il
riferimento della conducibilità e nient'altro. Quello che stiamo
riportando non può e non vuole essere il supporto di una disserzione
analitica della struttura fisico-elettrica dell'acqua, è però importante
sapere che, partendo dai concetti di conducibilità e di resistenza
elettrica - attraverso specifici calcoli applicati alla formula di Nerst
- si può valutare la potenza dell'acqua nel senso della fisica
tradizionale. Si tratta di calcoli di notevole complessità i cui
risultati, assolutamente incontrovertibili, attestano la bontà
dell'acqua esaminata. Su queste basi Vincent ha stabilito che un'acqua
con una potenza inferiore a 25 microwatt è sicuramente un'ottima acqua
da bere. Infatti le acque con potenza inferiore a 25 microwatt con molta
probabilità hanno un Residuo Fisso inferiore a 50 mg/l ed un pH
inferiore o pari a 6. E' pertanto evidente che la misura della potenza
elettrica di un'acqua quanto più è bassa (<25 microwatt) tanto più è
indice di purezza della medesima.
Vediamo alcuni parametri di acque minerali e potabili:
- L'ACQUA POTABILE DI ALCUNI ACQUEDOTTI ITALIANI HA UNA POTENZA
SUPERIORE DI 170 MICROWATT
- L'ACQUA TEDESCA HADERHECK HA UNA POTENZA DI 24 MICROWATT
- L'ACQUA POTABILE DI PARIGI HA UNA POTENZA DI 7 MICROWATT
- L'ACQUA POTABILE DI MONT ROCOU HA UNA POTENZA DI 5 MICROWATT
- L'ACQUA LAURETANA HA UNA POTENZA DI 3,86 MICROWATT
L'aspetto applicativo dei parametri sulla potenzialità dell'acqua ha
consentito a Vincent di stabilire una stretta correlazione tra
inquinamento, clorazione, quantità di sali disciolti e indice delle
malattie degenerative del corpo umano.