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Il nuovo contratto del commercio
Seconda parte B)
- Disciplina del rapporto di lavoro
TITOLO XVII
-Anzianita' di servizio
TITOLO XVIII - Anzianità
convenzionale
TITOLO
XIX - Passaggi di
qualifica
TITOLO
XX - Scatti di
anzianità
TITOLO
XXI - Trattamento
economico
TITOLO
XXII - Mensilità
supplementari (13a e 14a mensilità)
TITOLO
XXIII - Risoluzione
del rapporto di lavoro
TITOLO
XXIV - Doveri del
personale e norme disciplinari
TITOLO
XXV - Cauzioni
TITOLO
XXVI - Calo merci
e inventari
TITOLO
XXVII - Responsabilità
civili e penali
TITOLO
XXVIII - Coabitazione,
vitto e alloggio
TITOLO
XXIX - Divise e
attrezzi
TITOLO
XXX - Appalti
TITOLO
XXXI - Decorrenza
e durata
L'anzianità di servizio decorre dal giorno in cui il lavoratore è entrato a
far parte dell'azienda, quali che siano le mansioni a esso affidate.
Sono fatti salvi criteri diversi di decorrenza dell'anzianità espressamente
previsti per singoli istituti contrattuali, ai fini della maturazione dei
relativi diritti.
Tutte le norme contrattuali relative all'anzianità di servizio non si riferiscono comunque al trattamento di fine rapporto che trova regolamentazione specifica nell'art.138, seconda parte, del presente contratto e nelle disposizioni della legge 29 maggio 1982, n. 297.
Ad eccezione degli effetti derivanti dalla normativa sugli scatti di anzianità,
le frazioni di anno saranno computate, a tutti gli effetti contrattuali, per
dodicesimi, computandosi come mese intero le frazioni di mese superiori o uguali
a 15 giorni.
Per mesi si intendono quelli del calendario civile (gennaio, febbraio, marzo
ecc.).
Ai lavoratori che si trovino nelle condizioni appresso indicate verrà riconosciuta, agli effetti del preavviso o della relativa indennità sostitutiva, una maggiore anzianità convenzionale commisurata come segue:
a) mutilati e invalidi di guerra: un anno;
b) decorati al valore e insigniti di ordini militari, promossi per meriti di guerra e feriti di guerra: sei mesi per ogni titolo di benemerenza;
c) ex combattenti e a essi equiparati a norma di legge, che abbiano prestato servizio presso reparti mobilitati in zona di operazione: sei mesi per ogni anno di campagna e tre mesi per le frazioni di anno superiori ad almeno sei mesi.
Le predette anzianità sono cumulabili fino al. limite di trentasei mesi.
L'anzianità convenzionale non può essere fatta valere che una sola volta nella
carriera del lavoratore, anche nel caso di prestazioni presso aziende ed enti
diversi, comprese le pubbliche amministrazioni; il datore di lavoro ha pertanto
il diritto di assumere informazioni ed esperire indagini al riguardo .
Il lavoratore di nuova assunzione dovrà comunicare, a pena di decadenza, al
datore di lavoro i propri titoli validi a ottenere il diritto alle predette
anzianità all'atto dell'assunzione stessa, impegnandosi a fornire la relativa
documentazione entro sei mesi dal termine del periodo di prova. Per i lavoratori
in servizio all'atto dell'entrata in vigore del presente contratto restano ferme
le norme di cui all'art. 76 del precedente Ccnl 23 ottobre 1950 in base alle
quali i lavoratori stessi, per ottenere il riconoscimento dell'anzianità
convenzionale, dovevano esibire la documentazione entro sei mesi, se in servizio
alla data del 23 ottobre 1950 e denunciare all'atto dell'assunzione i titoli
validi, con riserva di presentare i documenti entro sei mesi, se assunti dopo
tale data; l'entrata in vigore del presente contratto non riapre i suddetti
termini. Il datore di lavoro, ricevuta la comunicazione e la documentazione dei
titoli, dovrà computare a favore del lavoratore il periodo di anzianità
convenzionale cui egli ha diritto.
Le parti si danno atto che, per i lavoratori in forza al 31 maggio 1982 che abbiano presentato le necessarie documentazioni, l'anzianità convenzionale è riconosciuta anche agli effetti dell'indennità di anzianità calcolata secondo la disciplina vigente sino alla predetta data.
Il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti al livello superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione. Nel caso di assegnazione a mansioni superiori il prestatore ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta e l'assegnazione stessa diviene definitiva, ove la medesima non abbia avuto luogo per sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto, dopo un periodo non superiore a tre mesi.
Ad eccezione delle mansioni relative alla qualifica di addetto a mansioni d'ordine di segreteria (quarto livello, punto 14), di addetto alle operazioni ausiliare alla vendita nelle aziende a integrale libero servizio (quarto livello, punto 8 e quinto livello, punto 23) e di addetto all'insieme, delle operazioni nei magazzini di smistamento, centri di distribuzione e/o depositi nelle aziende a integrale libero servizio (grandi magazzini, magazzini a prezzo unico, supermercati ed esercizi similari) (quarto livello quinto livello), in caso di mansioni promiscue si farà riferimento all'attività prevalente. Per attività prevalente si intende quella di maggiore valore professionale, sempre che venga abitualmente prestata, non si tratti di un normale periodo di addestramento e non abbia carattere accessorio o complementare. In tal caso, ferme restando le mansioni di fatto espletate, al lavoratore compete l'inquadramento al livello superiore.
Il lavoratore promosso al livello superiore ha diritto alla retribuzione
contrattuale del nuovo livello. Qualora il lavoratore percepisca, all'atto della
promozione, una retribuzione superiore al minimo tabellare del nuovo livello,
manterrà la relativa eccedenza come assegno ad personam avente lo stesso titolo
e carattteristiche originarie. In ogni caso, tale eccedenza non potrà essere
assorbita dagli scatti di anzianità e dall'indennità di contingenza.
Il lavoratore appartenente a qualifica non impiegatizia ai sensi di legge in
caso di passaggio a categoria impiegatizia, conserva l'anzianità maturata nelle
rispettive qualifiche di impiegato e di lavoratore con mansioni non
impiegatizie.
Per l'anzianità di servizio maturata presso la stessa azienda o gruppo aziendale (intendendosi per tale il complesso commerciale facente capo alla stessa società) il personale ha diritto a dieci scatti triennali. Ai fini della maturazione degli scatti, l'anzianità di servizio decorre:
a) dalla data di assunzione per tutto il personale assunto a partire dalla data di entrata in vigore del Ccnl 28 marzo 1987;
b) dalla data di entrata in vigore del Ccnl 28 marzo 1987 per tutto il personale assunto antecedentemente e che a tale data non abbia ancora raggiunto il 21° anno di età;
c) dal 21° anno di età per tutto il personale assunto antecedentemente alla data di entra in vigore del Ccnl 28 marzo 1987 e che a tale data abbia già compiuto il 21° anno di età.
Gli importi degli scatti in cifra fissa sono determinati per ciascun livello di inquadramento, nelle seguenti misure e con le seguenti decorrenze:
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In occasione del nuovo scatto l'importo degli scatti maturati successivamente
al 1° luglio 1973 è calcolato in base ai valori indicati nella tabella di cui
al presente articolo senza liquidazione di arretrati per gli scatti maturati per
il periodo pregresso.
L'importo degli scatti determinati secondo i criteri di cui ai commi precedenti,
viene corrisposto con decorrenza dal primo giorno del mese immediatamente
successivo a quello in cui si compie il triennio di anzianità.
Gli scatti di anzianità non possono essere assorbiti da precedenti e successivi
aumenti di merito, né eventuali aumenti di merito possono essere assorbiti
dagli scatti maturati o da maturare .
Le parti confermano che l'importo degli scatti maturati a tutto il 1° luglio
1973 rimane congelato in cifra e deve essere erogato senza rivalutazione in
occasione dei nuovi scatti e fermo restando il numero massimo degli scatti
indicati al primo comma del presente articolo.
Interpretazione autentica delle parti sulla disciplina degli scatti di anzianità.
La decorrenza convenzionale degli aumenti periodici di anzianità (denominati,
successivamente, scatti di anzianità), a partire dal compimento del 21° anno
di età trova la sua origine nel primo accordo normativo post corporativo
settore commercio del 10 agosto 1946.
La decorrenza di cui sopra, deve considerarsi svincolata da qualunque
riferimento alla maggiore età del prestatore d'opera, in quanto diretta, al
momento della sua introduzione, a concretizzare un sistema di incremento
automatico della retribuzione, finalizzato a consolidare il rapporto tra impresa
e lavoratore. Detto sistema, quindi, si è posto, fin dall'origine, come
supplementare rispetto al naturale rapporto di scambio tra prestazione
lavorativa e retribuzione; si tratta, in sostanza di un sistema meramente
convenzionale, dove tra l'altro la prima (eventuale) differenza retributiva
viene a riscontrarsi tra i lavoratori ventiquattrenni, che, in modo parimenti
convenzionale, le parti hanno inteso disciplinare nei suoi aspetti oggettivi
(per esempio: valore degli scatti, anche differenziati per livelli; periodicità
triennale ecc.) e soggettivi allo scopo principale di conseguire la suddetta
finalità generale contenendo, nel contempo, l'onere economico.
Si deve, infine, sottolineare che il sistema contrattuale non ha, comunque,
inteso determinare una coincidenza tra maturazione dell'anzianità di servizio e
maturazione degli scatti, e ciò anche in momenti non iniziali del rapporto di
lavoro, come è dimostrato dalla apposizione di un limite al numero degli scatti
stessi, numero variato nel tempo ma pur sempre sussistente.
Nel quadro convenzionale sopra evidenziato, si inserisce pure l'esplicita
previsione della possibilità di introdurre deroghe espressamente previste per
singoli istituti contrattuali al principio della decorrenza dell'anzianità dal
giorno dell'assunzione (art. 75 Ccnl 18 marzo 1983). Per tutto quanto sopra
indicato, le parti riconfermano in particolare la natura convenzionale del
riferimento al 21° anno di età, che deve intendersi, pertanto, sin
dall'origine in nessun modo collegabile al concetto del compimento della
maggiore età. Riaffermano, quindi, anche alla luce dei principi costituzionali,
la piena validità di tutte le intese contrattuali intercorse.
La normale retribuzione del lavoratore è costituita dalle seguenti voci:
a) paga base nazionale conglobata;
b) indennità di contingenza;
c) terzi elementi nazionali o provinciali ove esistenti;
d) eventuali scatti di anzianità per gli aventi diritto ai sensi del precedente art. 112, seconda parte.
e) altri elementi derivanti dalla contrattazione collettiva.
L'indennità di cui alla lettera b) è determinata in sede nazionale con
appositi accordi. L'importo giornaliero dell'indennità di contingenza si
ottiene dividendo per 26 l'importo mensile.
A decorrere dal 1° gennaio 1995, l'importo di lire 20 mila corrisposto a
titolo di elemento distinto della retribuzione ai sensi dell'accordo
interconfederale 31 luglio 1992 è conglobato nella indennità di contingenza di
cui alla legge 26 febbraio 1986, n. 38, così come modificata dalla legge 13
luglio 1990, n. 91.
Conseguentemente, alla data del 1° gennaio 1995, l'importo dell'indennità di
contingenza spettante al personale qualificato alla data del 1° novembre 1991
sarà aumentato di lire ventimila per tutti i livelli. Contestualmente, le
aziende cesseranno di corrispondere il predetto elemento distinto della
retribuzione.
La retribuzione di fatto è costituita dalle voci di cui al precedente art. 113, seconda parte, nonché da tutti gli altri elementi retributivi aventi carattere continuativo a esclusione dei rimborsi spese, dei compensi per lavoro straordinario, delle gratificazioni straordinarie o una tantum e di ogni elemento espressamente escluso dalle parti dal calcolo dei singoli istituti contrattuali ovvero esclusi dall'imponibile contributivo a norma di legge.
Eccettuate le prestazioni occasionali o saltuarie, la retribuzione mensile,
sia normale che di fatto, è in misura fissa e cioè non variabile in relazione
alle festività, ai permessi retribuiti, alle giornate di riposo settimanale di
legge cadenti nel periodo di paga e, fatte salve le condizioni di miglior
favore, alla distribuzione dell'orario di lavoro settimanale.
Essa si riferisce pertanto a tutte le giornate del mese di calendario.
La quota giornaliera della retribuzione, sia normale che di fatto, si ottiene, in tutti i casi, dividendo l'importo mensile per il divisore convenzionale 26, fatto salvo quanto previsto dall'art. 97, seconda parte.
Le parti si danno atto che con l'adozione del divisore convenzionale di cui al presente articolo hanno inteso stabilire l'equivalenza di trattamento sia per le trattenute sia per il pagamento delle giornate lavorative.
La quota oraria della retribuzione, sia normale che di fatto, si ottiene dividendo l'importo mensile per i seguenti divisori convenzionali:
a) 168, per il personale la cui durata normale di lavoro è di 40
ore settimanali;
b) 182, per il personale la cui durata normale di lavoro è di 42 ore settimanali;
c) 195, per il personale la cui durata normale di lavoro è di 45 ore settimanali.
Agli otto livelli previsti dalla classificazione del personale delle aziende commerciali di cui ai titoli I e II, seconda parte, del presente contratto corrisponde una paga base nazionale conglobata nelle misure indicate nelle allegate tabelle A e B, che fanno parte integrante del presente contratto. La paga base nazionale conglobata di cui al precedente comma si raggiunge con le modalità e le decorrenze indicate nell'art. 120, seconda parte, sommando alla paga base nazionale conglobata in atto al 31 dicembre 1990 gli aumenti di cui al successivo art. 120, seconda parte. Nei confronti del personale assunto successivamente al 31 dicembre 1990 verrà applicata la tabella in vigore alla data di assunzione risultante dall'applicazione dei criteri di cui al secondo comma del presente articolo.
ART. 120
Aumenti retributivi mensili
A decorrere dalle scadenze di seguito indicate a tutto il personale qualificato verranno erogati i seguenti aumenti salariali non assorbibili:
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Quadri |
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I |
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II |
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III |
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IV |
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V |
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VI |
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VII |
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Con le stesse decorrenze pertanto le paghe base nazionali conglobate sono
quelle delle allegate tabelle A e B.
Gli aumenti salariali di cui al presente articolo verranno corrisposti agli
apprendisti nelle misure percentuali previste dall'art. 27, seconda parte.
Resta inteso che a decorrere dal mese di settembre 1999, l'indennità di vacanza
contrattuale cessa di essere corrisposta.
Il primo comma dell'art. 15 del protocollo aggiuntivo per operatori di vendita è modificato come segue:
A decorrere dalle scadenze di seguito indicate agli operatori di vendita verrà erogato il seguente aumento salariale:
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I categoria |
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II categoria |
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A tutto il personale in forza alla data del 1° gennaio 1999. compresi i
giovani assunti con Cfl e gli operatori di vendita. verrà erogato un importo «una
tantum».
Tale importo pari a lire 120 mila lorde per i lavoratori qualificati e a lire 90
mila lorde per gli apprendisti. spetta in relazione all'intero periodo di otto
mesi intercorrenti dal 1° gennaio 1999 al 31 agosto 1999 ed è aggiuntivo a
quanto dovuto fino al 31 agosto 1999 a titolo di Indennità di vacanza
contrattuale.
Per i casi di anzianità inferiore a otto mesi gli importi di cui sopra verranno
erogati pro quota in rapporto ai mesi di anzianità di servizio maturata durante
il periodo indicato al comma precedente, secondo i criteri previsti dagli artt.
106 e 107 della seconda parte del presente contratto. Analogamente si procederà
per i casi in cui non sia dato luogo a retribuzione nello stesso periodo a norma
di legge e di contratto a eccezione dell'assenza obbligatoria per maternità. Al
personale con rapporto a tempo parziale l'erogazione avverrà con criteri di
proporzionalità. Con i medesimi criteri di cui al comma precedente l'una tantum
verrà erogata al personale assunto con contratto a termine.
L'importo «una tantum» sopra definito verrà erogato con il foglio paga di
ottobre 1999.
L'importo una tantum di cui sopra non è utile agli effetti del computo di alcun
istituto contrattuale né del trattamento di fine rapporto.
Ai lavoratori che, in forza alla data di stipulazione del presente contratto,
godano dei trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria e di
riduzione dell'orario di lavoro per contratti di solidarietà, le quote mensili
di una tantum o le sue frazioni, saranno erogate dall'istituto competente
secondo le disposizioni vigenti in materia. In caso di risoluzione del rapporto
intervenuta antecedentemente alla scadenza indicata al sesto comma l'importo una
tantum verrà erogato sulla base dei criteri di cui al terzo comma.
I terzi elementi provinciali in atto alla data del 30 giugno 1973, già
congelati con il Ccnl 21 novembre 1973, rimangono ancora congelati, per tutta la
durata del presente contratto, a titolo di elemento collettivo valido a tutti
gli effetti stabiliti nei contratti integrativi.
I terzi elementi di cui al precedente comma dovranno essere riportati in
aggiunta ai nuovi livelli retributivi di cui al precedente art. 119, seconda
parte, e dovranno essere corrisposti anche ai lavoratori assunti in data
successiva al 31 gennaio 1983.
In relazione all'impegno contenuto nell'ultimo comma della norma transitoria dell'art. 75 Ccnl 21 novembre 1973, le parti, in considerazione delle differenziazioni retributive esistenti, convengono che per i dipendenti di aziende operanti in province nelle quali non sono in atto terzi elementi retributivi provinciali comunque denominati, siano corrisposte a titolo di terzo elemento L. 4.000 mensili.
In caso di aumenti di tabelle retributive, gli aumenti di merito concessi dalle aziende, nonché quelli derivanti da scatti di anzianità, non possono essere assorbiti. Per aumenti di merito devono intendersi gli assegni corrisposti con riferimento alle attitudini e al rendimento del lavoratore. Gli aumenti che non siano di merito e non derivino da scatti di anzianità, erogati dalle aziende indipendentemente dai contratti collettivi stipulati in sede sindacale, possono essere assorbiti in tutto o in parte, in caso di aumento di tabella, solo se l'assorbimento sia stato previsto da eventuali accordi sindacali oppure espressamente stabilito all'atto della concessione. Non possono essere assorbiti gli aumenti corrisposti collettivamente e unilateralmente dal datore di lavoro nel corso dei sei mesi immediatamente precedenti la scadenza del presente contratto.
Per il personale addetto alla vendita, retribuito in tutto o in parte a provvigione, la parte fissa della retribuzione e il tasso di provvigione dovranno essere determinati dal datore di lavoro caso per caso sulla base media annuale delle vendite e comunicati per iscritto. Con tale sistema dovrà essere assicurata al personale una media mensile riferita al periodo non eccedente l'anno, che sia superiore almeno del 5% (cinque per cento) alla paga base nazionale conglobata di cui all'art.119, seconda parte, del presente contratto. Dovrà essere, comunque, effettuato mensilmente il versamento di una somma pari al minimo come sopra stabilito, tutte le volte che tale minimo, tra stipendio e provvigione, non sia raggiunto, fermo restando il conguaglio alla fine del periodo di cui sopra.
Senza pregiudizio di eventuali procedimenti penali e delle sanzioni disciplinari, al personale normalmente adibito a operazioni di cassa con carattere di continuità, .qualora abbia piena e completa responsabilità della gestione di cassa, con l'obbligo di accollarsi le eventuali differenze, compete un'indennità di cassa e di maneggio di denaro nella misura del 5% (cinque per cento) della paga base nazionale conglobata di cui all'art.119, seconda parte, del presente contratto.
La retribuzione corrisposta al lavoratore dovrà risultare da apposito prospetto paga nel quale dovrà essere specificato il periodo di lavoro a cui la retribuzione si riferisce, l'importo della retribuzione? la misura e l'importo dell'eventuale lavoro straordinario e di tutti gli altri elementi che concorrono a formare l'importo corrisposto nonché tutte le ritenute effettuate. Il prospetto paga deve recare la firma, sigla o timbro del datore di lavoro o di chi ne fa le veci.
In coincidenza con la vigilia di Natale di ogni anno le aziende dovranno
corrispondere al personale dipendente un importo pari a una mensilità della
retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte (esclusi gli assegni
familiari).
In caso di prestazione lavorativa ridotta, rispetto all'intero periodo di 12
mesi precedenti alla suddetta data, il lavoratore avrà diritto a tanti
dodicesimi dell'ammontare della 138 mensilità quanti sono i mesi interi di
servizio prestato.
Ai lavoratoli retribuiti in tutto o in parte con provvigioni o percentuali, il
calcolo dell'importo della tredicesima mensilità dovrà essere effettuato sulla
base della media delle provvigioni o delle percentuali maturate nell'anno
corrente o comunque nel periodo di minore servizio prestato presso l'azienda.
Dall'ammontare della tredicesima mensilità saranno detratti i ratei relativi ai
periodi in cui non sia stata corrisposta dal datore di lavoro la retribuzione
per una delle cause previste dal presente contratto.
Per i periodi di assenza obbligatoria per gravidanza e puerperio di cui al
precedente art. 102, seconda parte, la lavoratrice ha diritto a percepire dal
datore di lavoro la tredicesima mensilità limitatamente all'aliquota
corrispondente al 20% (venti per cento) della retribuzione di fatto di cui
all'art. 115, seconda parte.
Al personale compreso nella sfera di applicazione del presente contratto sarà
corrisposto, il 1° luglio di ogni anno, un importo pari a una mensilità della
retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte, in atto al 30 giugno
immediatamente precedente (quattordicesima mensilità), esclusi gli assegni
familiari.
In caso di prestazione lavorativa ridotta, rispetto all'intero periodo di 12
mesi precedenti alla suddetta data, il lavoratore avrà diritto a tanti
dodicesimi dell'ammontare della 14a mensilità quanti sono i mesi interi di
servizio prestato.
Nei confronti dei lavoratori retribuiti in tutto o in parte con provvigioni o
percentuali, il calcolo dell'importo della quattordicesima mensilità sarà
effettuato sulla base della media degli elementi fissi e variabili della
retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte, percepiti nei dodici
mesi precedenti la maturazione del diritto o comunque nel periodo di minore
servizio prestato presso l'azienda.
Non hanno diritto alla quattordicesima mensilità i lavoratori che alla data di
entrata in vigore del presente contratto già percepiscono mensilità di
retribuzione oltre la tredicesima mensilità; ove la parte di retribuzione
eccedente la tredicesima non raggiunga l'intero importo di una mensilità, i
lavoratori hanno diritto alla differenza tra l'ammontare della quattordicesima
mensilità e l'importo in atto percepito.
Non sono assorbiti nella quattordicesima mensilità le gratifiche, indennità o
premi erogati a titolo di merito individuale o collettivo.
Per quanto riguarda tutte le altre modalità di computo della quattordicesima
mensilità, si fa riferimento alle analoghe norme del presente titolo
riguardanti la tredicesima mensilità.
Nessun obbligo incombe al datore di lavoro per il caso previsto dall'ultimo
comma del precedente art. 128, seconda parte.
Le parti si danno reciprocamente atto che nel corso delle trattative
intervenute per la stipulazione dei Ccnl del 1976, 1979, 1983, 1987, 1990 e di
quello sottoscritto in data odierna la retribuzione è stata concordemente
determinata su base annua e che la suddivisione in 148 mensilità della
retribuzione annua incide esclusivamente sulle modalità di pagamento.
Pertanto qualsiasi riduzione dell'importo anche di una soltanto delle 14
mensilità determinerebbe la rottura dell'equilibrio delle prestazioni
corrispettive tra imprese e lavoratori ai quali si applicano i contratti
sopraindicati.
Tale risultato non muterebbe nemmeno qualora la ipotizzata riduzione fosse la
conseguenza dell'applicazione di norme imperative di legge. Tutta la
negoziazione, infatti, si è svolta nel presupposto che le contrapposte
organizzazioni sindacali fossero pienamente libere di determinare un salario
annuo rispondente ai parametri stabiliti dall'articolo 36 della Costituzione.
Ai sensi dell'art. 2218 del codice civile ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato dando preavviso scritto a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data di ricevimento, nei termini stabiliti nel successivo art. 136, seconda parte.
Ai sensi dell'art. 2119 del codice civile, ciascuno dei contraenti può
recedere dal contratto di lavoro, prima della scadenza del termine se il
contratto è a tempo determinato, o senza preavviso se il contratto è a tempo
indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione
anche provvisoria del rapporto.
La comunicazione del recesso deve essere effettuata per iscritto, a mezzo di
lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare
la data di ricevimento, contenente l'indicazione dei motivi.
A titolo esemplificativo, rientrano fra le cause di cui al primo comma del
presente articolo:
- il diverbio litigioso seguito da vie di fatto in servizio anche fra
dipendenti, che comporti nocumento o turbativa al normale esercizio dell'attività
aziendale;
- l'insubordinazione verso i superiori accompagnata da comportamento
oltraggioso;
- l'irregolare dolosa scritturazione o timbratura di schede di controllo delle
presenze al lavoro;
- l'appropriazione nel luogo di lavoro di beni aziendali o di terzi;
- il danneggiamento volontario di beni dell'azienda o di terzi;
- l'esecuzione, senza permesso, di lavoro nell'azienda per conto proprio o di
terzi.
Se il contratto è a tempo indeterminato, al prestatore che recede per giusta
causa compete l'indennità di cui al successivo art. 137, seconda parte.
Nelle aziende comprese nella sfera di applicazione delle leggi: 15 luglio
1966, n. 604; 20 maggio 1970, n. 300, articolo 35, 11 maggio 1990, n. 108, nei
confronti del personale cui si applica il presente contratto, il licenziamento
può essere intimato per giusta causa (articolo 2119 cc e art. 131, seconda
parte, del presente contratto) o per «giustificato motivo con preavviso»,
intendendosi per tale il licenziamento determinato da un notevole inadempimento
degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro, ovvero da ragioni inerenti
all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare
funzionamento di essa.
Il datore di lavoro deve comunicare il licenziamento per iscritto, a mezzo di
lettera raccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare
la data di ricevimento.
In caso di licenziamento per «giustificato motivo con preavviso» il lavoratore
può chiedere entro 15 giorni dalla comunicazione del licenziamento i motivi che
lo hanno determinato; in tal caso il datore di lavoro è tenuto a indicarli per
iscritto entro sette giorni dalla richiesta.
Il licenziamento intimato senza l'osservanza delle norme di cui al secondo e
terzo comma del presente articolo è inefficace.
Sono esclusi dalla sfera di applicazione del presente articolo i lavoratori in
periodo di prova e quelli che siano in possesso dei requisiti di legge per avere
diritto alla pensione di vecchiaia.
Ai sensi delle leggi vigenti il licenziamento determinato da ragioni di sesso, credo politico o fede religiosa, dall'appartenenza a un sindacato e dalla partecipazione attiva ad attività sindacali è nullo, indipendentemente dalla motivazione adotta.
Ai sensi dell'art. 1 della legge 9 gennaio 1963, n. 7, è nullo il
licenziamento della lavoratrice attuato a causa di matrimonio; a tali effetti si
presume disposto per causa di matrimonio il licenziamento intimato alla
lavoratrice nel periodo intercorrente fra il giorno della richiesta delle
pubblicazioni di matrimonio, in quanto segua la celebrazione, e la scadenza di
un anno dalla celebrazione stessa.
Il datore di lavoro ha facoltà di provare che il licenziamento della
lavoratrice, verificatosi nel periodo indicato nel comma precedente, non è
dovuto a causa di matrimonio, ma per una delle ipotesi previste dalle lettere
a), b), e c) del terzo comma dell'art. 2 della legge 30 dicembre 1971, n. 1204,
e cioè: licenziamento per giusta causa, cessazione dell'attività dell'azienda,
ultimazione della prestazione per la quale la lavoratrice è stata assunta o
cessazione del rapporto di lavoro per scadenza del termine per il quale è stato
stipulato.
Per quanto attiene alla disciplina delle dimissioni rassegnate dalla lavoratrice
nel periodo specificato nel primo comma del presente articolo, si rinvia al
successivo art. 144, seconda parte.
Il licenziamento del lavoratore seguito da una nuova assunzione presso la stessa ditta deve considerarsi improduttivo di effetti giuridici quando sia rivolto alla violazione delle norme protettive dei diritti del lavoratore e sempre che sia provata la simulazione. Il licenziamento si presume comunque simulato, salvo prova del contrario, se la nuova assunzione venga effettuata entro un mese dal licenziamento.
I termini di preavviso, a decorrere dal primo o dal sedicesimo giorno di ciascun mese, sono i seguenti:
a) fino a cinque anni di servizio compiuti:
Quadri e I livello |
60 giorni di calendario |
II e III livello |
30 giorni di calendario |
IV e V livello |
20 giorni di calendario |
VI e VII livello |
15 giorni di calendario |
Quadri e I livello |
90 giorni di calendario |
II e III livello |
45 giorni di calendario |
IV e V livello |
30 giorni di calendario |
VI e VII livello |
20 giorni di calendario |
c) oltre i dieci anni di servizio compiuti:
Quadri e I livello |
120 giorni di calendario |
II e III livello |
60 giorni di calendario |
IV e V livello |
45 giorni di calendario |
VI e VII livello |
20 giorni di calendario |
Ai sensi del secondo comma dell'art. 2118 del codice civile in caso di mancato preavviso al lavoratore sarà corrisposta una indennità equivalente all'importo della retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte, corrispondente al periodo di cui all'articolo precedente, comprensiva dei ratei di 13a e 14a mensilità.
In ogni caso di risoluzione del rapporto di lavoro subordinato il prestatore
di lavoro ha diritto a un trattamento di fine rapporto determinato secondo le
norme della legge 29 maggio 1982, n. 297, e secondo le norme del presente
articolo. Per i periodi di servizio prestato sino al 31 maggio 1982 il
trattamento di fine rapporto è calcolato con le modalità e con le misure
previste dall'art. 97 del Ccnl 17 dicembre 1979 (all. 9).
Ai sensi e per gli effetti del 2° comma dell'art. 2120 codice civile, come
modificato dalla legge 29 maggio 1982, n.297, sono escluse dalla quota annua
della retribuzione utile ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto le
seguenti somme:
- i rimborsi spese;
- le somme concesse occasionalmente a titolo di «una tantum», gratificazioni
straordinarie non contrattuali e simili
- i compensi per lavoro straordinario e per lavoro festivo;
- l'indennità sostitutiva del preavviso, di cui agli artt. 104, 137, 140 e 141,
seconda parte;
- l'indennità sostitutiva delle ferie di cui all'art. 69, seconda parte;
- le indennità di trasferta e diarie non aventi carattere continuativo nonché,
quando le stesse hanno carattere continuativo, una quota di esse pari
all'ammontare esente dall'Irpef;
- le prestazioni in natura, quando sia previsto un corrispettivo a carico del
lavoratore;
- gli elementi espressamente esclusi dalla contrattazione collettiva
integrativa.
Ai sensi del terzo comma dell'art. 2120 codice civile, come modificato dalla
legge 29 maggio 1982, n. 297, in caso di sospensione della prestazione di lavoro
nel corso dell'anno per una delle cause di cui all'art. 2110 codice civile nonché
in caso di sospensione totale o parziale per la quale sia prevista
l'integrazione salariale, in luogo delle indennità economiche corrisposte dagli
istituti assistenziali (Inps, Inail), deve essere computato nella quota annua
della retribuzione utile al calcolo del trattamento di fine rapporto
l'equivalente della retribuzione a cui il lavoratore avrebbe avuto diritto in
caso di normale svolgimento del rapporto di lavoro.
Il trattamento di fine rapporto è costituito da quanto di competenza dei lavoratori ai sensi del presente articolo e dalle somme già percepite a titolo di anticipazione dell'indennità di anzianità dai lavoratori aventi diritto ai sensi dell'art. 74-quater del Ccnl 25 settembre 1976 e dell'art. 79 del Ccnl 17 dicembre 1979. Per le anticipazioni previste dalla legge n. 297 del 1982 sul trattamento di fine rapporto, le priorità per la relativa concessione sono fissate nell'allegato 8 che fa parte integrante del presente contratto.
In caso di cessione o trasformazione in qualsiasi modo della ditta e quando la ditta cedente non abbia dato ai lavoratori il preavviso e corrisposto l'indennità prevista nel presente contratto per il caso di licenziamento, la ditta cessionaria, ove non intenda mantenere in servizio il personale con tutti i diritti e oneri competenti per il periodo di ,lavoro precedentemente prestato, sarà tenuta all'osservanza integrale degli obblighi gravanti per effetto del presente contratto sulla precedente ditta, come se avvenisse il licenziamento.
In caso di fallimento della azienda, il dipendente ha diritto alla indennità
di preavviso e al trattamento di fine rapporto stabiliti nel presente contratto,
e il complessivo suo avere sarà considerato credito privilegiato ai sensi delle
vigenti disposizioni di legge.
In caso di decesso del dipendente, il trattamento di fine rapporto e l'indennità sostitutiva del preavviso saranno corrisposti agli aventi diritto secondo le disposizioni di legge vigenti in materia .
Il trattamento di fine rapporto deve essere corrisposto all'atto della cessazione del servizio, dedotto quanto eventualmente fosse dovuto dal dipendente, nei tempi tecnici necessari alla elaborazione del tasso di rivalutazione, di cui alla legge 29 maggio 1982, n. 297 e comunque non oltre 30 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. In caso di ritardo dovuto a cause non imputabili al lavoratore, sarà corrisposto dalla scadenza di cui al precedente comma un interesse del 2% superiore al tasso ufficiale di sconto. L'importo così determinato si intende comprensivo della rivalutazione monetaria per crediti di lavoro, relativa al trattamento di fine rapporto.
Il sistema di computo degli interessi di cui al presente articolo decorre dal 1° aprile 1987.
In caso di dimissioni, sarà corrisposto al lavoratore dimissionario il
trattamento di fine rapporto di cui all'art. 138, seconda parte.
Le dimissioni devono essere rassegnate in ogni caso per iscritto con lettera
raccomandata o altro mezzo idoneo a certificare la data di ricevimento e con
rispetto dei termini di preavviso stabiliti dall'art. 136, seconda parte, del
presente contratto. Ove il dipendente non abbia dato il preavviso, il datore di
lavoro ha facoltà di ritenergli dalle competenze nette una somma pari
all'importo di cui all'art. 137, seconda parte.
Su richiesta del dimissionario, il datore di lavoro può rinunciare al
preavviso, facendo in tal caso cessare subito il rapporto di lavoro. Ove invece
il datore di lavoro intenda di sua iniziativa far cessare il rapporto prima
della scadenza del preavviso, ne avrà facoltà, ma dovrà corrispondere al
lavoratore l'indennità sostitutiva per il periodo di anticipata risoluzione del
rapporto di lavoro.
In conformità della norma contenuta nel quarto comma dell'art. 1 della legge 9 gennaio 1963, n. 7, le dimissioni presentate dalla lavoratrice nel periodo intercorrente fra il giorno della richiesta delle pubblicazioni di matrimonio, in quanto segua la celebrazione e la scadenza di un anno dalla celebrazione stessa, sono nulle se non risultano confermate entro un mese all'ufficio del lavoro. La lavoratrice che rassegni le dimissioni per contrarre matrimonio ha diritto al trattamento di fine rapporto previsto dall'art. 138, seconda parte, con esclusione della indennità sostitutiva del preavviso. Anche in questo caso le dimissioni devono essere rassegnate per iscritto con l'osservanza dei termini di preavviso di cui all'art. 136, seconda parte, e confermate, a pena di nullità, all'Ufficio provinciale del lavoro entro il termine di un mese.
Per il trattamento spettante alla lavoratrice che rassegna le dimissioni in occasione della maternità, valgono le norme di cui all'art. 104, seconda parte, del presente contratto.
Il lavoratore ha l'obbligo di osservare nel modo più scrupoloso i doveri e il segreto di ufficio, di usare modi cortesi col pubblico e di tenere una condotta conforme ai civici doveri. Il lavoratore ha l'obbligo di conservare diligentemente le merci e i materiali, di cooperare alla prosperità dell'impresa.
È vietato al personale ritornare nei locali dell'azienda e trattenersi oltre l'orario prescritto, se non per ragioni di servizio e con l'autorizzazione della azienda, salvo quanto previsto dall'art. 33, prima parte, del presente contratto. Non è consentito al personale di allontanarsi dal servizio durante l'orario se non per ragioni di lavoro e con permesso esplicito. Il datore a sua volta non potrà trattenere il proprio personale oltre l'orario normale, salvo nel caso di prestazione di lavoro straordinario. Il lavoratore, previa espressa autorizzazione, può allontanarsi dal lavoro anche per ragioni estranee al servizio. In tal caso è in facoltà del datore di lavoro richiedere il recupero delle ore di assenza con altrettante ore di lavoro normale nella misura massima di un'ora al giorno senza diritto ad alcuna maggiorazione. Al termine dell'orario di lavoro, prima che sia dato il segnale di uscita, è assolutamente vietato abbandonare il proprio posto.
Salvo i casi di legittimo impedimento, di cui sempre incombe al lavoratore l'onere della prova, e fermo restando l'obbligo di dare immediata notizia dell'assenza al datore di lavoro, le assenze devono essere giustificate per iscritto presso l'azienda entro 48 ore, per gli eventuali accertamenti. Nel caso di assenze non giustificate sarà operata la trattenuta di tante quote giornaliere della retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte, quante sono le giornate di assenza, fatta salva l'applicazione della sanzione prevista dal successivo art. 151, seconda parte.
I lavoratori hanno l'obbligo di rispettare l'orario di lavoro. Nei confronti dei ritardatari sarà operata una trattenuta, che dovrà figurare sul prospetto paga, di importo pari alle spettanze corrispondenti al ritardo, fatta salva l'applicazione della sanzione prevista dal successivo art. 151, seconda parte.
E dovere del personale di comunicare immediatamente all'azienda ogni
mutamento della propria dimora sia durante il servizio che durante i congedi.
Il personale ha altresì l'obbligo di rispettare ogni altra disposizione emanata
dalla azienda per regolare il servizio interno, in quanto non contrasti con le
norme del presente contratto e con le leggi vigenti, e rientri nelle normali
attribuzioni del datore di lavoro. Tali norme dovranno essere rese note al
personale con comunicazione scritta o mediante affissione nell'interno
dell'azienda.
La inosservanza dei doveri da parte del personale dipendente comporta i seguenti provvedimenti, che saranno presi dal datore di lavoro in relazione alla entità delle mancanze e alle circostanze che le accompagnano:
1) biasimo inflitto verbalmente per le mancanze lievi;
2) biasimo inflitto per iscritto nei casi di recidiva delle infrazioni di cui al precedente punto 1;
3) multa in misura non eccedente l'importo di quattro ore della normale retribuzione di cui all'art. 113, seconda parte;
4) sospensione della retribuzione e dal servizio per un massimo di giorni 10;
5) licenziamento disciplinare senza preavviso e con le altre conseguenze di ragione e di legge.
Il provvedimento della multa si applica nei confronti del lavoratore che:
- ritardi nell'inizio del lavoro senza giustificazione, per un importo pari
all'ammontare della trattenuta;
- esegua con negligenza il lavoro affidatogli;
- si assenti dal lavoro fino a tre giorni nell'anno solare senza comprovata
giustificazione;
- non dia immediata notizia all'azienda di ogni mutamento della propria dimora,
sia durante il servizio che durante i congedi.Il provvedimento della sospensione
dalla retribuzione si applica nei confronti del lavoratore che:
- arrechi danno alle cose ricevute in dotazione e uso, con dimostrata
responsabilità;
- si presenti in servizio in stato di manifesta ubriachezza;
- commetta recidiva, oltre la terza volta nell'anno solare, in qualunque delle
mancanze che prevedono la multa, salvo il caso dell'assenza ingiustificata.
Salva ogni altra azione legale, il provvedimento di cui al punto 5
(licenziamento disciplinare) si applica esclusivamente per le seguenti mancanze:
- assenza ingiustificata oltre tre giorni nell'anno solare;
- recidiva nei ritardi ingiustificati oltre la quinta volta nell'anno solare,
dopo formale diffida per iscritto
- grave violazione degli obblighi di cui all'art. 146, 1° e 2° comma, seconda
parte;
- infrazione alle norme di legge circa la sicurezza per la lavorazione,
deposito, vendita e trasporto;
- l'abuso di fiducia, la concorrenza, la violazione del segreto d'ufficio
- l'esecuzione, in concorrenza con l'attività dell'azienda, di lavoro per conto
proprio o di terzi, fuori dell'orario di lavoro
- la recidiva, oltre la terza volta nell'anno solare in qualunque delle mancanze
che prevedono la sospensione, fatto salvo quanto previsto per la recidiva nei
ritardi.
L'importo delle multe sarà destinato al fondo pensioni dei lavoratori
dipendenti. Il lavoratore ha facoltà di prendere visione della documentazione
relativa al versamento.
Ai sensi e per gli effetti dell'art. 7 della legge 20 maggio 1970, n.300, le disposizioni contenute negli articoli di cui al presente titolo XXIV nonché quelle contenute nei regolamenti o accordi aziendali in materia di sanzioni disciplinari devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Il lavoratore colpito da provvedimento disciplinare, il quale intenda impugnare la legittimità del provvedimento stesso, può avvalersi delle procedure di conciliazione previste dall'art. 7, legge 20 maggio 1970, n.300 o di quelle previste dal titolo IV prima parte, del presente contratto.
L'eventuale adozione del provvedimento disciplinare dovrà essere comunicata
al lavoratore con lettera raccomandata entro 15 giorni dalla scadenza del
termine assegnato al lavoratore stesso per presentare le sue controdeduzioni.
Per esigenze dovute a difficoltà nella fase di valutazione delle
controdeduzioni e di decisione nel merito, il termine di cui sopra può essere
prorogato di 30 giorni, purché l'azienda ne dia preventiva comunicazione
scritta al lavoratore interessato.
Per le mansioni che la giustificano il datore di lavoro stabilirà per
iscritto di volta in volta l'ammontare della cauzione che dovrà essere prestata
dai lavoratori.
La cauzione sarà costituita da titoli dello stato, depositati presso un
istituto bancario e vincolati dal datore di lavoro, oppure potrà essere versata
in libretto di risparmio parimenti vincolato al datore di lavoro, il quale
rilascerà regolare ricevuta con gli estremi dei titoli o del libretto che gli
vengono consegnati.
Gli interessi e gli eventuali premi restano a disposizione del lavoratore, il
quale ha sempre diritto di prelevarli senza alcuna formalità .
La cauzione potrà anche essere prestata, con il consenso del datore di lavoro,
mediante polizza di garanzia costituita presso un istituto assicuratore o con
fideiussione bancaria.
In tal caso il datore di lavoro avrà facoltà di provvedere al pagamento dei
relativi premi, rivalendosi sulla retribuzione del prestatore d'opera.
La cauzione rimane di proprietà del lavoratore o dei suoi aventi diritto, e non
può comunque confondersi con i beni dell'azienda.
Il datore di lavoro ha diritto di rivalersi sulla cauzione per gli eventuali
danni subiti, previa contestazione al prestatore d'opera.
In caso di disaccordo, dovrà essere esperito un tentativo di componimento
attraverso le associazioni sindacali competenti.
All'atto della cessazione del rapporto di lavoro, ove non esistano valide ragioni di contestazione da parte del datore di lavoro, il prestatore d'opera dovrà essere posto in condizioni di poter ritirare la cauzione entro il termine di quindici giorni dalla data di cessazione del servizio.
Le merci affidate ai gestori di negozi e spacci di generi alimentari devono
essere poste a loro carico al netto dei cali, delle tare e delle perdite di
cottura a cui le merci stesse siano soggette rispetto all'effettivo peso di
consegna. Le merci stesse saranno poste a carico dei gestori al prezzo fissato
dal datore di lavoro per la vendita al pubblico e segnato negli appositi
bollettini di carico.
La carta dovrà essere regolarmente fornita dal datore di lavoro e il prezzo
relativo è fissato nei contratti integrativi o, in mancanza, dagli usi e
consuetudini locali.
Dove con precedenti consuetudini locali la carta veniva fornita a prezzo di
costo, si terrà conto di tale circostanza.
I gestori hanno diritto di controllare il peso, il calo, la tara, il valore e la
qualità delle merci assunte in carico. In considerazione della variabilità dei
cali, delle tare e delle perdite di cottura, in rapporto alle condizioni di
ambiente, di clima, di trasporto, di manipolazione e preparazione delle merci,
la determinazione di detti cali, tare e perdite di cottura, è fissata da
contratti integrativi provinciali in riferimento a generi di maggior consumo o
in mancanza, dagli usi e consuetudini locali.
Gli inventari dei negozi o spacci affidati ai gestori potranno essere
effettuati dal datore di lavoro o da chi per esso, in qualsiasi momento; in ogni
caso dovranno essere effettuati almeno due inventari per ogni esercizio annuale.
Copia di ogni inventario, controfirmata dalle due parti, dovrà essere
rilasciata al prestatore d'opera. Ogni eventuale deficienza emergente dalle
risultanze contabili dovrà, entro il mese successivo alla effettuazione
dell'inventario, essere contestata all'interessato, il quale entro otto giorni
dovrà comunicare per iscritto al datore di lavoro le eventuali eccezioni. Il
datore di lavoro dovrà tener conto delle contestazioni formulate dal gestore,
specie quando queste si riferiscono a cali, tare, perdite di cottura,
deterioramento di merce ecc., comuni all'esercizio del negozio o spaccio.
Le deficienze non giustificate emergenti dopo tale controllo saranno comunicate
per iscritto all'interessato, che avrà l'obbligo di rifonderle al datore di
lavoro nel termine massimo di otto giorni dal ricevimento della comunicazione.
Il lavoratore ha facoltà entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione.
di adire la commissione di conciliazione di cui all'art. 17. prima parte. In
caso di attivazione della procedura di conciliazione l'obbligo di cui al quarto
comma posto a carico del lavoratore resta sospeso.
La mancata verifica inventariale nei termini sopra specificati esonera il
gestore dalla responsabilità per eventuali differenze riscontrate tardivamente,
salvo i casi perseguibili per legge.
Ai lavoratori con responsabilità di direzione esecutiva, nei casi in cui le norme di legge o di regolamento attribuiscano loro specifiche responsabilità civili o penali, anche in presenza di apposite deleghe nei rapporti con i terzi, è riconosciuta l'assistenza legale e la copertura di eventuali spese connesse, in caso di procedimenti civili o penali per cause non dipendenti da colpa grave o dolo e relative a fatti direttamente connessi con l'esercizio delle funzioni svolte.
Ove il dipendente sia privato della libertà personale in conseguenza di
procedimento penale, il datore di lavoro lo sospenderà dal servizio e dallo
stipendio o salario e ogni altro emolumento e compenso fino al giudicato
definitivo. In caso di procedimento penale per reato non colposo, ove il
lavoratore abbia ottenuto la libertà provvisoria, il datore di lavoro ha facoltà
di sospenderlo dal servizio e dallo stipendio o salario e ogni altro emolumento
o compenso. Salvo l'ipotesi di cui al successivo comma, dopo il giudicato
definitivo il datore di lavoro deciderà sull'eventuale riammissione in
servizio, fermo restando che comunque il periodo di sospensione non sarà
computato agli effetti dell'anzianità del lavoratore. Nella ipotesi di sentenza
definitiva di assoluzione con formula piena il lavoratore ha diritto in ogni
caso alla riammissione in servizio. In caso di condanna per delitto non colposo
commesso fuori dell'azienda, al lavoratore che non sia riammesso in servizio
spetterà il trattamento previsto dal presente contratto per il caso di
dimissioni. Il rapporto di lavoro si intenderà, invece, risolto di pieno
diritto e con gli effetti del licenziamento in tronco, qualora la condanna
risulti motivata da reato commesso nei riguardi del datore di lavoro o in
servizio.
INDICE
La disciplina della coabitazione, vitto e alloggio regolato dai contratti
integrativi provinciali in vigore al 30 giugno 1973 rimane in vigore fino alla
scadenza del presente contratto.
In caso di carenza di norme locali, il valore del vitto e dell'alloggio è
stabilito nelle seguenti misure:
a) vitto e alloggio: metà della retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte;
b) vitto (due pasti): un terzo della retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte;
c) vitto (un pasto): un quarto della retribuzione di cui all'art. 115, seconda parte;
d) alloggio: un quinto della retribuzione di fatto di cui all'art. 115, seconda parte.
Quando viene fatto obbligo al personale di indossare speciali divise la spesa
relativa è a carico del datore di lavoro. È parimenti a carico del datore di
lavoro la spesa relativa agli indumenti che i lavoratori siano tenuti a usare
per ragioni di carattere igienico-sanitario. Il datore di lavoro è inoltre
tenuto a fornire gli attrezzi e strumenti necessari per l'esecuzione del lavoro.
In caso di risoluzione del rapporto di lavoro, gli indumenti, divise, attrezzi e
strumenti in dotazione dovranno essere restituiti al datore di lavoro, mentre in
caso di smarrimento, il prestatore d'opera è tenuto alla sostituzione o al
rimborso.
Le parti si danno atto che la materia relativa agli appalti è disciplinata dalla legge 23 ottobre 1960, n. 1369, che dispone norme in materia di intermediazione e interposizione nelle prestazioni di lavoro, in base alle quali sono esclusi dagli appalti i lavori che sono strettamente pertinenti all'attività propria dell'azienda. Le aziende appaltanti devono esigere dalle aziende appaltatrici il rispetto delle norme contrattuali del settore merceologico cui appartengono le aziende appaltatrici stesse e quello di tutte le norme previdenziali e antinfortunistiche. A tal fine sarà inserita apposita clausola nel capitolato d'appalto. Qualora l'introduzione di appalti per lavori che non sono strettamente pertinenti all'attività propria dell'azienda e comunque autonomamente ritenuti necessari dall'imprenditore dovesse comportare riduzione di personale dell'azienda appaltante questa è tenuta a darne informazione alle organizzazioni sindacali provinciali stipulanti il presente contratto. La norma di cui al precedente capoverso trova applicazione per le aziende previste dall'art. 12, prima parte.
In applicazione di quanto previsto dal protocollo del 23 luglio 1993, il
contratto collettivo nazionale di lavoro ha durata quadriennale per la parte
normativa e biennale per la parte retributiva.
Salve le decorrenze particolari previste per i singoli istituti, il presente
contratto decorre dal 1° gennaio 1999 e avrà vigore fino a tutto il 31
dicembre 2002; per la parte economica il primo biennio avrà vigore fino a tutto
il 31 dicembre 2000. Il contratto si intenderà rinnovato secondo la durata di
cui al primo comma se non disdetto, tre mesi prima della scadenza, con
raccomandata a.r. In caso di disdetta il presente contratto resterà in vigore
fino a che non sia stato sostituito dal successivo contratto nazionale.
ALL. l
Le parti, al fine di rimuovere gli ostacoli che si sono frapposti all'applicazione dell'accordo sulle Rsu 27 luglio 1994. concordano di incontrarsi entro il 15 novembre 1999 per definire un accordo che garantisca, in un quadro di regole certe. La concreta esigibilità dei diritti sindacali in esso contenuti. attraverso procedure praticabili.
Le parti. entro il mese di ottobre. si incontreranno allo scopo di valutare il coordinamento del sistema di relazioni sindacali con il dialogo sociale europeo e le convenzioni Oil.
La Commissione paritetica nazionale per i viaggiatori e piazzisti del
terziario, cui la «Norma transitoria» post art. 157 dell'ipotesi di accordo 8
novembre 1994 aveva affidato il compito di procedere affinché la disciplina
contrattuale dei viaggiatori e piazzisti dipendenti da aziende del terziario
confluisse in quella per i dipendenti da aziende del terziario, della
distribuzione e dei servizi, ha terminato i propri lavori.
È stato pertanto concordato il presente «verbale d'intesa» che contiene, da
un lato, l'elencazione dei titoli degli articoli riguardanti la disciplina
comune ai due contratti collettivi di lavoro, e dall'altro, alcune norme
specifiche destinate a regolare gli aspetti peculiari della prestazione
lavorativa tipica dei viaggiatori e piazzisti ora operatori di vendita. La
commissione ritiene quindi di poter presentare alle parti stipulanti il
risultato finale del proprio lavoro.
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