Sistemi di identificazione biometrica
Videotecnologie propone FaceSnap, la miglior soluzione per la registrazione e l' identificazione dei volti. Un video registratore digitale combinato ad un software biometrico, estrae i volti da sorgenti video o filmati per una immediata identificazione. A differenza di un videoregistratore digitale questo strumento può ignorare la scena inquadrata per estrarre ed ottimizzare solo il volto, che in una frazione di secondo viene memorizzata. I volti vengono identificati anche con differenti angoli di ripresa ( +/- 15 Gradi). Questo strumento diventa di fondamentale utilità per tutte quelle strutture che debbano identificare persone per poi metterle a confronto con fatti criminosi o significativi. l sistema è stato sviluppato su piattaforma Linux ,interamente con tecnologia “neurale”. Questo tipo di tecnologia anche detta di tipo “adattativo” utlizza un tipo di programmazione simile alle funzioni identificate nel cervello umano, dando al computer la capacità di apprendere ed adattarsi alle situazioni di impiego. FaceSnap è in grado di acquisire volti ad una velocità impressionante di 25 f.p.s. , catturando anche gruppi di persone contemporaneamente.
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STANDARD DI COMPRESSIONE VIDEO H264
Introduzione
Il nuovo standard di compressione video H.264 è sicuramente destinato a
diventare lo standard video più diffuso negli anni a venire. Attualmente è già
stato implementato con successo in numerosi dispositivi elettronici come
cellulari e lettori video digitali. L’introduzione di questo nuovo standard
offre al settore della videosorveglianza la possibilità di ridurre i costi di
memorizzazione e di migliorare ulteriormentel’efficienza generale dei sistemi.
Lo standard H.264 (talvolta chiamato anche MPEG-4 Parte 10/AVC) è uno standard
aperto, acquistabile con licenza, che supporta le tecniche di compressione video
più valide attualmente disponibili. Un codificatore video che utilizza lo
standard H.264 è infatti in grado di ridurre le dimensioni dei file video
digitali di oltre l’80% rispetto al formato Motion JPEG e fino al 50% rispetto
allo standard MPEG-4 Parte 2, senza compromettere la qualità delle immagini.
Cifre che spiegano perché lo standard H.264 è destinatoad avere un grosso
impatto sul settore della videosorveglianza.
Confronto tra la velocità di trasmissione in bit di un flusso video della
durata di 115 secondi offerto dai vari standard di compressione video, a parità
di qualità delle immagini. I codificatori che utilizzano lo standard H.264 sono
tre volte più efficienti rispetto a quelli che utilizzano lo standard MPEG-4
senza compensazione del movimento e fino a sei volte più efficienti rispetto
allo standard Motion JPEG.
Riduzione dei costi di memorizzazione e larghezza di banda
La drastica riduzione delle dimensioni dei file ha un impatto significativo sui
requisiti di memorizzazione e di larghezza di banda. A parità di quantità di
dati video e di qualità delle immagini, un sistema di videosorveglianza che
supporta lo standard di compressione H.264 è praticamente in grado di ridurre i
costi di memorizzazione e di larghezza di banda fino al 50% rispetto ai sistemi
che utilizzando tecnologie di compressione tradizionali. Ciò spiega perché in
futuro questo standard è probabilmente destinato a diventare un elemento di
differenziazione molto importante, soprattutto se si considera la progressiva
diffusione di sistemi sempre più grandi e della necessità di trasmettere
immagini di qualità elevata a velocità di trasmissione in fotogrammi sempre
maggiori.
Risoluzione e velocità di trasmissione in fotogrammi più elevate
Lo straordinario rapporto di compressione tipico dello standard H.264 offre
numerosi vantaggi, a seconda delle esigenze applicative. Attualmente gli utenti
tendono spesso a scegliere una velocità di trasmissione in fotogrammi e una
risoluzione minori per potersi mantenere nei limiti applicativi. Ciò ha tuttavia
un impatto negativo sulle immagini che sono spesso sfuocate o presentano un
minor livello di dettaglio.
L’uso di sistemi di videosorveglianza che supportano lo standard di compressione
H.264 in applicazioni di questo tipo offrirebbe il vantaggio di poter usare
velocità di trasmissione in fotogrammi e risoluzioni elevate diverse, e di
disporre al tempo stesso di immagini di alta qualità.
Accelerazione della diffusione delle telecamere con risoluzione megapixel
Lo standard H.264 è sicuramente destinato ad accelerare l’uso di telecamere con
risoluzione megapixel nel settore della videosorveglianza, tenuto conto che uno
degli elementi che sta attualmente ostacolando l’adozione di questo tipo di
telecamere è rappresentato dalle dimensioni dei dati delle registrazioni video.
Lo standard H.264, come spiegato in precedenza, è in grado di ridurre le
dimensioni dei file senza compromettere la qualità delle immagini. Quindi, è
altamente probabile che questa straordinaria tecnologia di compressione venga
rapidamente adottata in applicazioni che richiedono risoluzioni e velocità di
trasmissione in fotogrammi elevate, quali quelle usate per la sorveglianza di
aeroporti, punti vendita, banchi e casinò.
Prospettive future
Lo standard H.264 rappresenta uno straordinario avanzamento nell’ambito della
tecnologia di compressione video. Essendo già stato integrato in molti settori e
applicazioni personali e professionali - come QuickTime, Flash, YouTube, iPod e
PlayStation 3 – questo standard è probabilmente destinato a sostituire
rapidamente tutti gli standard e i metodi attualmente disponibili. D’altro canto
la progressiva integrazione di questo standard nei sistemi di videosorveglianza
spingerà i progettisti e gli integratori di sistema a verificare che prodotti e
produttori siano in grado di supportare tale standard.
Le origini dello standard H.264
H.264 è frutto di un progetto congiunto del gruppo VCEG (Video Coding Experts
Group) di International Telecommunications e del gruppo MPEG (Moving Picture
Experts Group) di ISO/IEC. ISO è l’acronimo di International Organization for
Standardization, mentre IEC è un’organizzazione che si occupa di definire gli
standard relativi alle apparecchiature ed elettroniche. H.264 è il nome usato da
ITU-T, mentre MPEG-4 Parte 10/AVC è il nome talvolta usato da ISO/IEC che
considera il nuovo standard un’integrazione della suite MPEG-4.
Frutto della definizione congiunta delle organizzazioni responsabili della
definizione di standard per i settori delle telecomunicazioni e IT, lo standard
H.264 è destinato ad avere una diffusione ancora più ampia di quelli precedenti.
LA BIOMETRIA
L'opinione Di Angela Jarvis
“Così come cresce la tecnologia biometrica, altrettanto dovrebbero fare le leggi e le questioni politiche ad essa relative”. John D. Woodward, Avvocato, ex ufficiale operativo CIA.
A causa dell’allora riluttante atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti della tecnologia biometrica, la ricerca e lo sviluppo di questa scienza dal 1970 è stato lento. Ad ogni modo negli anni recenti è aumentata a dismisura l’attrattiva che questa sempre più diversificata tecnologia esercita sulle forze dell’ordine e su quel tipo di business per cui i sistemi di sicurezza sono fondamentali. Dagli attacchi dell’11 settembre la richiesta pubblica di una tecnologia atta all’identificazione personale che sia migliore e più disponibile è stata significativa e i capi di governo hanno risposto con legislazioni che imponevano non solo una maggiore sicurezza ma anche l’utilizzo di apparecchiature biometriche in aeroporti e uffici dell’immigrazione. Mentre il rischio di violazione della privacy è ancora la principale controversia nei confronti della diffusione globale dell’uso della tecnologia biometrica da parte delle forze dell’ordine, alla luce delle recenti tragedie la cosa si è ridimensionata. Coloro che propongono la tecnologia biometrica sono del parere che un’adeguata educazione pubblica e un appropriato approccio politico possano diminuire le preoccupazioni riguardo ad essa.
Robert Gallagher della Visionics, produttrice dei sistemi di riconoscimento facciale, fa notare che esiste la possibilità che alcuni individui non autorizzati vengano in possesso dei dati personali raccolti con questa tecnologia e che possano utilizzare a loro piacimento queste informazioni. Inoltre ammette che queste tecnologie non sono affatto infallibili, in quanto ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire riguardo all’accuratezza degli apparecchi.
Ma cos’è la tecnologia biometrica?
Essa può essere utilizzata a scopi di identificazione e di autenticazione. In generale gli identificatori biometrica possono acquisire informazioni biologiche uniche dalle persone allo scopo di verificarne l’identità, come un numero PIN per un bancomat. Il metodo più comunemente noto di identificazione biometrica è il rilevamento delle impronte digitali, che è utilizzato negli Stati Uniti e in più di 30 altre nazioni. L’identificazione del DNA è un altro metodo, sempre più popolare e diffuso. Altri metodi di identificazione biometrica includono le scansioni della retina e dell’iride, la struttura delle mani, il riconoscimento delle caratteristiche facciali, la forma delle orecchie, l’odore del corpo, l’impronta del cervello, la dinamica della firma, la verifica della voce, e la dinamica dell’utilizzo della tastiera del computer. Tra i sistemi più rapidi ci sono il rilevamento delle impronte digitali e il riconoscimento della struttura delle mani, molto diffuse tra le autorità americane. Inoltre pare che ci sarà una buona diffusione delle tecniche di identificazione facciale negli aeroporti.
Queste tecnologie hanno molti potenziali utilizzi nel sistema di giustizia criminale: per migliorare il controllo dell’accesso e la verifica dell’identità negli istituti correzionali; come strumento investigativo per identificare bambini scomparsi o rapiti nonché i criminali ripresi dai sistemi di videosorveglianza. È possibile identificare accuratamente le persone quando incassano degli assegni, ricevono fondi di sussistenza statale, usano il Bancomat, fanno ingresso negli Stati Uniti, entrano nei network di computer o in edifici messi in sicurezza.
Alcuni utilizzi di questa tecnologia sono sempre ben accetti dall’opinione pubblica, per esempio quando servono come strumento per identificare i bambini scomparsi tramite elaborazione di foto trovate su internet.
Alcune strutture di detenzione degli Stati Uniti recentemente hanno introdotto un sistema biometrico di controllo degli accessi, per poter seguire gli spostamenti dei detenuti all’interno degli istituti stessi. Tramite il riconoscimento delle impronte digitali, il sistema può identificare i detenuti e garantire o negare loro l’accesso in determinate zone della struttura.
Per quanto riguarda il controllo dell’immigrazione, le autorità stanno sperimentando una tecnologia simile come parte della riforma della sicurezza degli aeroporti. Molti cittadini statunitensi hanno espresso la loro approvazione, tramite referendum, per l’uso della tecnologia biometrica presso il Servizio Immigrazione e gli aeroporti americani per poter seguire le tracce di eventuali terroristi. Le proposte per questi controlli si sono focalizzate sui sistemi di riconoscimento facciale e della struttura delle mani; entrambi faranno parte di un programma chiamato “visto magnetico”. Si baserà su una carta magnetica tipo carta di credito, i cui contenuti però saranno le informazioni biologiche di un particolare soggetto. Quando la carta è fatta passare attraverso un lettore, questo registrerà anche le caratteristiche della faccia e/o delle mani del soggetto su una piccola superficie metallica per verificarne l’identità. Questa tecnologia permetterà anche la salvaguardia contro il furto d’identità così come di identificare le persone che si trovano sulla lista dei terroristi che si spostano in varie parti del globo.
La scansione dell’iride è un altro sistema biometrico che ha un grande potenziale per una diffusione globale, ma anche in questo caso la tecnologia è ancora in fase di test.
Anche in questo caso è stato proposto l’utilizzo a fini identificativi per i sistemi di sicurezza antiterrorismo. Uno dei più grossi problemi di questo metodo, tuttavia, è la grande variabilità dell’iride, che ha la possibilità di cambiare le proprie caratteristiche a seconda che il soggetto abbia consumato alcolici o assunto sostanze stupefacenti, sia in stato di gravidanza e anche con l’età. Recenti studi indicano che le più promettenti aree di ricerca e applicazione di questa tecnologia sono quelle delle transazioni finanziarie e dell’archiviazione dei dati medici.
L’impronta del cervello consiste in uno screening di sicurezza di 10 minuti che ogni individuo deve sostenere più volte a distanza di qualche anno, in modo da verificare se possiede una particolare conoscenza, tipo come condurre specifiche attività di tipo terroristico.
A ogni persona verrà assegnato un “profilo di rischio per la sicurezza”, che sarà archiviato in una banca dati federale per essere utilizzato a fini identificativi negli aeroporti e negli edifici pubblici. L’FBI ritiene che questa tecnologia sarà molto utile alle forze dell’ordine, ma il costo di un’operazione del genere è molto alto, per non contare del timore del pubblico che il governo s’introduca sempre più nella vita privata delle persone.
La forma dell’orecchio e l’odore corporeo sono altre tecnologie biometriche la cui efficacia deve essere ancora provata sul mercato americano. I ricercatori del National Training Centre for Scientific Support to Crime Investigation, nel Regno Unito, stanno ancora lavorando a un database di immagini di orecchie.
Sono ancora in fase di studio i sistemi di firma elettronica per l’utilizzo dell’home banking tramite internet.
In generale si può dire che il margine di errore degli apparecchi biometrici sia relativamente basso. I sistemi automatici sono soggetti allo stesso tipo di errori umani di identificazione, per quanto riguarda falsi positivi e falsi negativi. Si sta lavorando per raggiungere un equilibrio tra convenienza e sicurezza: per ridurre i falsi positivi devono per forza aumentare i falsi negativi.
FONTE:
http://www.forensic-evidence.com
traduzione e adattamento di Chiara Guarascio